EL ALAMEIN

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Pubblicato il 20/04/2009

I RACCONTI DEI NOSTRI REDUCI

di Arrigo Curiel

Leone della Folgore di El Alamein

Da El Alamein a Tripoli

Le sorti delle armate di Rommel si decidevano esclusivamente sul teatro d’operazioni dell’est del Nord Africa. Ma, in questa Seconda Guerra mondiale in cui tutto il mondo era stato diviso in due grandi campi avversari, gli avvenimenti che influenzavano più o meno direttamente la situazione su un campo di battaglia potevano svolgersi a migliaia di chilometri di distanza.

Rommel per primo lo avrebbe provato sulla propria pelle, La sorte delle truppe dell’Asse in Libia e in Tripolitania si decideva anche a Londra e a Washington e l’azione di Roosevelt, che meditava nel suo lontanissimo ufficio della Casa Bianca, non avrebbe tardato a fasi sentire di fronte agli uomini dell’Afrika Korps, sotto forma di truppe bene armate e decise che li avrebbero presi alle spalle e sbaragliati. Nel momento in cui la battaglia di El Alamein stava per iniziare, Rommel sapeva già che la sorte dello scontro era segnata.

Pensava già di organizzare una difficile ritirata, Ma, guardando oltre alla ritirata, Rommel pensava di riuscire a fortificarsi in Tunisia. Forse Hitler avrebbe finalmente riconosciuto che le guerre non si vincono solo con truppe ben comandate e con la cieca volontà offensiva, ma anche con la ricchezza del materiale e delle munizioni.
Gli Alleati avevano capito questa verità e ciò avrebbe dato loro la vittoria.

I Tedeschi sarebbero crollati sotto l’impeto degli eserciti alleati, ricchi e potenti, che li avrebbero scacciati poco per volta da tutti i territori conquistati. D’altronde, per gli Americani lo sbarco in Nord Africa doveva essere la prima operazione in cui sperimentare le loro giovani forze e in cui mettere a punto la più formidabile macchina bellica che il mondo avesse mai conosciuto.

L’Afrika Korps era stato creato per salvare la Tripolitania, colonia italiana, e la sua sconfitta apriva quest territorio all’invasione e segnava la perdita dell’impero coloniale italiano, fierezza del regime mussoliniano. Inoltre, poichè il grosso della fanteria non motorizzata era stato fornito dagli Italiani, furono principalmente costoro ad alimentare le schiere di prigionieri rastrellate dagli Inglesi nel deserto egiziano dopo la battaglia di El Alamein. Al contrario il grosso dei Tedeschi, motorizzati, sfuggì alla stretta dell’armata di Montgomery.

Una visione panoramica della verità conosciuta molto tempo dopo e confermata anche dalle testimonianze dei superstiti del 285° battaglione paracadutisti Folgore che combatterono a Takruna, e la mia personale esperienza negli oltre 2.000 chilometri percorsi, con camion diversi, molti dei quali avevano dipinto sui fianchi le croci nere slavate, con uomi seduti sulle panche laterali o sdraiati sul fondo del camion. Alcuni portavano bende sanguinanti o macchiate di pus, come le mie.

Erano dei “ diavoli verdi “ i paracadutisti del battaglione Hubner che mi indicarono i due uomini che assistevano allo spettacolo penoso della disfatta di un’armata motorizzata.

Erano due sabotatori: Helmut Gruber e Karl Roehm, pirati solitari, che sapevano utilizzare ogni tipo di esplosivo, smontare proiettili per preparare trappole, mine di fortuna, innescando meccanismi sotterrati in mezzo alla pista; allora una quindicina di mine esplodeva ai lati della colonna, sfondando i fianchi dei veicoli corazzati e crivellando con mille colpi i camion carichi di soldati.
Le prime colonne inglesi non avrebbero tardato a seguire gli ultimi Tedeschi. Ma sembravano non avere molta fretta.

Forse è stato l’ufficiale medico – mi sembra si chiamasse Bini – a levarmi i proiettili conficcati vicini al femore ed al ginocchio della gamba destra , all’infermeria da campo, dopo avermi fatto ingoiare mezzo bicchiere di cognac, per stordirmi meglio.

Quì iiniziano idee confuse, intercalate da lucidità di mente. Una sosta al campo di aviazione di Fuka, mitragliati da Spitfire a bassa quota,con decine di morti e di feriti.

Marsa Matruk, la scarpata di Sollum, dove il 7 novembre si era scatenato un temporale che aveva gonfiato gli uadi, straripando paludi salate, tagliando mle piste con fiumi di fango.( fonti attendibili riportavano che Rommel il 7 novembre si trovava alla testa di 7.500 uomini,29 carri armati, 124 cannoni ! ).Tobruk, Marsa el Brega, Bengasi, il percorso della Cirenaica condizionato dai rifornimenti spesso insufficienti di carburante.; Misurata, Homs, il 22 dicembre a Tripoli.

Finalmente un ricovero ospedaliero e poco dopo un Henihel 111 mi riporterà in Italia.

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