EL ALAMEIN

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Pubblicato il 22/04/2009

I RACCONTI DEI NOSTRI REDUCI


di Arrigo Curiel


Leone della Folgore di El Alamein


Con il raggruppamento “ Camosso “
a Deir Alinda

Il raggruppamento “ Camosso “ ( ten.col. Luigi Camosso c.te. 187° Rgt. ) cui faceva parte anche il III Gruppo ( maggiore Ferdinando Macchiato ) del 185° Rgt. Artiglieria dopo aver presidiato le posizioni di prima linea di Forte Menthon , effettuarono una marcia senza automezzi, sotto il tiro delle artiglierie nemiche, portando a spalla , viveri, munizioni e armi, trainando i cannoncini anticarro 47/32 sulla sabbia e occuparono le posizioni di Deir Alinda – quota 101. Uno spostamento di circa quindici chilometri.

Pochi giorni dopo quella sera del 31 agosto, nella notte tra il 3 e il 4 settembre la 5^ Brigata neozelandese, la 132^ Brigata britannica, reparti del 44° e 50° Royal Tanks, iniziarono un violento combattimento. Il maggiore Aurelio Rossi comandante del IX battaglione diede l’ordine ai suoi reparti di lasciare infiltrare il nemico e iniziare, allora, il fuoco, con tutte le armi.Un nostro proiettile centrò un autocarro che trasportava munizioni, una decina di metri davanti le nostre linee. Ne seguì una terribile esplosione con fiamme alte che diradarono la foschia ed i fumogeni. Facili divennero i bersagli delle forze attaccanti, che subirono perdite consistenti in uomini e mezzi.

Molti anche i prigionieri, compreso il generale Alan Clifton comandante della brigata neozelandese. Jeeps, Bren-carrier, ma soprattutto camion Dodge carichi di viveri, vettovagliamento, munizioni resero anche molto contenti i paracadutisti. Scatoloni con scatolette di latta, che contenevano alimenti più svariati:. miele, marmellate, fagioli, latte ( anche in polvere ) , carne, pane biscottato, the, bottiglie di wisky, ecc.ecc.E poi , provare a guidare le jeeps, i Bren –carrier, i camion, andando anche a rastrellare prigionieri.

Ma, tutto sommato fu, la scoperta di una specie di impermeabili di tela cerata mimetizzati, molto utili per ripararsi dal freddo umido della notte, non solo;.mangiare, in genere, rappresentava quasi un problema a causa delle terribili mosche africane che camminano imperterrite sul nosro corpo, appiccicate a vestiti e vanno dentro alle narici e nelle orecchi e nella bocca che, se aperta finicono anche dentro. Strano perchè nessuno ha mai scritto di questi insetti che rendono difficile mangiare senza prima scacciarle.

Allora qualcuno cominciò tagliare dei pezzi di tela cerata degli impermeabili , riducendoli a lunghe striscioline, terminando con un manico dello stesso materiale. Così è stato creato uno “ scaccia-mosche “ che a turno, uno di noi lo usava per poter mangiare in pace !.

Arrigo Curiel

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