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Pubblicato il 09/01/2015

I TAGLIAGOLE FANNO UTILI

L’ Isis (stato islamico dell’Iraq e della grande Siria), ha “presentato” un suo bilancio per il 2015. A fornire le cifre al quotidiano del Qatar al-Araby, come se fosse un normale ministro dell’Economia, è stato Abu Saad Al-Ansari, religioso di Mosul legato al Califfato.

Secondo Al-Ansari, l’Isis prevede per il 2015 ricavi che superano i 2 miliardi di dollari, con un surplus netto di circa 250 milioni che sarà reinvestito in attività belliche. Il califfato, nella città di Mosul, avrebbe aperto una banca (Islamic Bank), che a breve potrebbe assicurare emissione di prestiti senza interessi.
E’ chiara l’intenzione di rappresentare il califfato come una realtà statuale, con proprie leggi, un proprio bilancio e politiche militari ed economiche.

Lo stato islamico gode di entrate quasi del tutto indipendenti, frutto delle razzie compiute nelle banche, dei riscatti derivanti dalla presa di ostaggi locali e occidentali e della vendita a prezzi stracciati del petrolio iracheno. Secondo ex jihadisti intervistati dopo aver abbandonato l’isis, il califfato è in grado di pagare stipendi fissi ai miliziani stranieri, da un minimo di 400 dollari a 1.200. Un beneficio che recluta miliziani anche tra quelle al-Nusra e dell’eercito libero siriano .

Il califfato ha istituito un proprio sistema di assistenza sociale. A Mosul e a Raqqa (Siria) l’isis avrebbe in programma la costruzione di centrali elettriche, l’ammodernamento di ospedali, la ristrutturazione del sistema fognario.

Nelle loro fila affluiscono ogni giorno centinaia di miliziani dal Sinai egiziano, Libia , Tunisia, Algeria. A differenza di Al-Qāʿida, hanno più risorse da offrire e una strategia militare aggressiva e animalesca, che attrae i disperati.

L’isis è in grado di fare proseliti anche tra islamici di seconda generazione, nati e cresciuti in Europa. Questi, di frequente, vengono reclutati attraverso i social network. Una volta indottrinati, poi, vanno a combattere in Iraq o in Siria.

Alcuni dei membri europei dell’organizzazione fondamentalista, apprese le tecniche militari in guerra, tornano in Europa. Ed è qui che possono organizzare attentati terroristici.

I paesi occidentali hanno “usato” le milizie fondamentaliste contro Bashar al-Assad in Siria e mantengono relazioni ambigue con Stati come il Qatar, che continua a speculare sul conflitto tra Occidente e Stato Islamico.

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