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Pubblicato il 01/07/2015

IL 185mo ART PAR CELEBRA IL SUO SECONDO COMPLEANNO

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BRACCIANO-Roma- Il “giovane” 185mo Reggimento Artiglieria Paracadutisti, ricostituito il 1 Luglio 2013, ha celebrato il suo secondo anno di attività, dopo avere riacquisito in soli 24 mesi, 20 dei quali passati sotto il comando del Colonnello Cristiano Dechigi e da Febbraio del Colonnello Ettore Gagliardi, le sua capacità d’eccellenza, sia operative che di fuoco. Il Colonnello Ettore Gagliardi era oggi particolarmente orgoglioso nel ricordare la qualità dei suoi uomini e la storia e le tradizioni di cui sono portatori. All’inizio del suo discorso ha salutato con un “buongiorno” i tanti ospiti che si sono ritrovati nella Caserma Cosenz, seguito dal coro dell’intero reggimento schierato, che ha ripetuto un tonante “BUONGIORNO”, accolto dagli applausi di simpatia delle tribune.

Tra gli ospiti d’onore, oltre ai precedenti comandanti di Reggimento e di Gruppo, c’ erano la medaglia d’oro al valor militare Gianfranco Paglia  e quella  d’ argento Giampiero  Monti ed il generale di divisione Pintus , comandante dell’artiglieria e Ispettore delle scuole d’arma.
La Brigata Folgore era rappresentata dal suo comandante, generale di Brigata Giovanni Maria Iannucci.

Dopo i saluti ed il breve intervento, il colonnello Gagliardi ha chiesto che venisse letta  la lettera che la signora Del Mastro,
presente in tribuna, madre del paracadutista caduto in Afganistan Davide Tobini, aveva scritto per ringraziare dell’invito; frasi toccanti che dimostrano il rispetto e l’amore della signora per la Folgore, di cui il Figlio David era innamorato e che la circonda di attenzioni e la fa sentire in Famiglia. Ora un altro Figlio è al servizio del 185mo Reggimento
Il Generale Comandante Iannucci, dopo avere sottolineato la importante presenza dei Sindaci di Bracciano Tarquinia e Viterbo, ha ricordato ai presenti, e al Reggimento schierato, come gli uomini del 185mo artiglieria siano prima di tutto paracadutisti eccellenti, inquadrati in un reggimento che rende orgogliosi i suoi comandanti. Salutando i sindaci  delle cittadine che sono nel DNA degli artiglieri amaranto, ha sottolineato con piacere la presenza dei labari dell’ ANPDI e dell’ANARTI, ringraziando i presidenti delle sezioni di Bracciano, Tarquinia e Viterbo per la loro partecipazione;  come ripete in ogni incontro di rilievo, è fondamentale ed importantissimo per la Folgore mantenere vivo e costante il contatto col mondo civile ed associativo.
Alla fine della cerimonia, il momento più commovente: la donazione al 185mo della sciabola del Generale Antonino Giampietro, già primo comandante del 185mo Reggimento artiglieria Paracadutisti. Una donazione che vuole essere segno di continuità ideale tra quanti lo hanno servito con dedizione ed orgoglio ed i “nuovi” artiglieri.  Le condizioni di salute di Giampietro gli hanno suggerito di chiedere al cavalier Domenico Belardo, già artigliere paracadutista e attuale presidente UNSI di Livorno,di essere ambasciatore del gesto per porgere il suo dono al Comandante Gagliardi.
Questi ha preso la sciabola del Generale Giampietro, l’ha sollevata per mostrarla al Reggimento è l’ha affidata al suo sottufficiale di corpo. Sarà il primo prezioso reperto -ha detto- della costituenda ASSOCIAZIONE DIAVOLI GIALLI , che  chiamerà a raccolta gli artiglieri paracadutisti di  ogni tempo .

Molti sono gli impegni che attendono gli artiglieri paracadutisti, una batteria del quale non era presente perchè impiegata nell’operazione Strade Sicure.
Da parte nostra garantiamo al Reggimento la nostra costante attenzione per informare i tanti artiglieri in congedo delle loro prossime missioni in Patria e all’estero.

LA LETTERA DELLA SIGNORA DEL MASTRO
Caro Colonnello!
come potrei mancare anche e soprattutto oggi.
Lei sa il mio affetto e la mia vicinanza a questo corpo, ma ciò tengo a precisare che non esclude la mia alta considerazione nei confronti di altri corpi qualunque essi siano.
Sono lusingata da queste righe e torno a ringraziarla anche per questo.
Permetta questo “FOLGORE” perchè è il solo grido che rimane di un Figlio, quel Figlio senza nulla togliere a quest’altro ragazzo che è ora onorato del suo “Comando”.
Aspetto con ansia a breve il giorno che potrò fare anche la Sua conoscenza.
Con affetto le mando cari saluti.
ORA E SEMPRE Anna Rita

 

 

IL DISCORSO DEL COMANDANTE DEL 185mo

Autorità Civili e Militari, Signori Sindaci e Rappresentanti delle amministrazioni cittadine, Rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, Distinti Ospiti, vi ringraziamo per essere giunti qui per festeggiare con noi il nostro secondo compleanno.

Siamo veramente lieti, noi “Diavoli Gialli”, a nome delle nostre famiglie qui presenti, e della Signora Gioia Giampietro- Madrina del Reggimento – di salutarvi con un cordiale e caloroso Buongiorno!

Il nostro è un Reggimento “nuovo ed antico al tempo stesso e che è tornato a far parte della Folgore….” , ricco di fatti e imprese, di uomini che hanno versato il sangue per la Patria. Per questo, in Piazza IV Novembre vi è stato stamane un ineludibile prologo a questa cerimonia.

Nell’occasione, assieme al Primo Cittadino di Bracciano, il Sindaco Giuliano Sala, abbiamo ricordato i nostri caduti deponendo una corona d’alloro in loro memoria e rendendo loro gli onori militari, nello stesso luogo simbolo dove i cittadini di Braccianoeressero il monumento ai caduti, al termine della IV guerra di indipendenza, passata poi alla storia come I Guerra Mondiale e della quale quest’anno ricorre il centenario del suo inizio.

Siamo fieri di essere gli eredi spirituali dei ragazzi del 185°Reggimento artiglieria Paracadutisti che combattè gloriosamente ad El Alamein nel 1942, così come siamo oggi veramente contenti di riunire il Primo cittadino di Bracciano e i rappresentanti delle amministrazioni delle città di Tarquinia, Livorno e Viterbo, i cui simboli campeggiano nello Stemma araldico del nostro Reggimento, esposto alla nostra sinistra.

Tarquinia fu il luogo simbolo nel quale nacque il paracadutismo italiano nell’ottobre del 1939; Livorno ha ospitato questo reggimento nel dopoguerra a partire dal 1958, mentre Viterbo è stata la sede della scuola di paracadutismo dopo Tarquinia e la città che dà il nome al nostro Gruppo operativo “Viterbo”. La stessa Batteria Comando si chiama “ Leoni” ispirandosi al Leone al centro dello stemma araldico di Viterbo, a ricordo della 12^ leggendaria fatica di Ercole.

Non pochi sono i richiami alla tradizione ed al passato che oggi abbiamo voluto richiamare per comprendere il senso storico del ritorno della brigata Paracadutisti Folgore con un suo reggimento operativo nel Lazio, con l’unico Reggimento della Brigata che mantiene il numero 185; lo stesso di quella 185^ Divisione Paracadutisti Folgore che in Africa Settentrionale divenne una leggenda e che è tutt’oggi motivo di ispirazione per ogni nostra azione.

Quegli uomini non portavano ancora il basco rosso, sarebbe diventato solo in seguito il nostro copricapo, ma dalle loro azioni nacque la nostra fama e quella disciplina di comportamento fatta di desiderio d’avventura, generosità, positivo spirito di emulazione, capacità di soffrire, voglia di essere sempre di esempio, tutti elementi – questi – che ispirano ogni nostra azione e costituiscono il nostro tratto distintivo, sempre consapevoli che “nessuno è stato meglio degli altri”.

Ma di quegli artiglieri paracadutisti non abbiamo ereditato solo queste virtù; siamo anche portatori di qualchedifetto, come la disobbedienza, caratteristica contagiosa.

Fu disobbediente il Sergente Maggiore Mancino, che nell’imminenza del 23 ottobre 1942 (inizio della Battaglia di El Alamein), ferito alla testa fuggi dall’infermeria per ricongiungersi al proprio reparto al Fronte, sapendo che il momento decisivo stava per compiersi.

Disobbedienti sono quanti con la loro presenza, oggi, hanno voluto testimoniare il loro amore per questo reggimento, a dispetto di circostanze che avrebbero forse consigliato di rimanere a casa.

Disobbediente la madre che dopo avere perso un figlio ha represso il proprio istinto lasciando che un altro figlio entrasse nei ranghi della Folgore.

 

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