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Pubblicato il 31/03/2018

IL 31 MARZO 2017 SCOMPARIVA IL MARESCIALLO GRUSOVIN – BIZZARRO E AMATISSIMO PARACADUTISTA DELLA FOLGORE. LA SUA STORIA

31 MARZO 2018 – NELL’ANNIVERSARIO DELLA SUA SCOMPARSA , PENSANDO DI FARE PIACERE AI TANTI CHE GLI VOLEVANO BENE, RIPUBBLICHIAMO L’ARTICOLO DEL 31 MARZO 2017 CHE NE ANNUNCIAVA LA SCOMPARSA


foto: cortesia SESTAGRIFI – GIUSEPPE BAGATIN 
PISA- Si è spento a Gorizia , la sua città , dopo una breve malattia, il primo Maresciallo
fregio
Francesco Grusovin.

Dopo il congedo avvenuto all’inizio  degli anni 90 , aveva trascorso un breve periodo  a Pisa.  Negli ultimi anni  la  salute cagionevole gli aveva procurato qualche ricovero.

Era  successivamente rientrato nella sua città dove  aveva il Fratello.
Il Maresciallo Grusovin ha  trascorso quasi tutta la sua carriera alla Smipar, sia come armiere di alta qualità , che occupandosi delle strutture. Era diventato letteralmente  famoso tra i  giovani paracadutisti in transito.
A lui si deve la perfetta manutenzione e pulizia della SMIPAR e la costruzione di tante strutture metalliche  in zona lancio ed in Caserma.
Lo ricordano tutti  come un instancabile  lavoratore, taciturno, riservato. Era diventato una icona del paracadutista forte, guerriero, ardimentoso,  al punto che  sul suo conto   i  giovani allievi della avevano costruito alcune “leggende” mercenarie, da Lui stesso  smentite sorridendo.

Per il suo modo di far, poco amante della disciplina e dell’ordine formale, aveva talvolta incontrato alcune difficoltà nel rapporto con i superiori, che, apprezzandone le alte qualità fisiche, il senso del dovere e per  gli ottimi risultati del suo lavoro,  lo “lasciavano fare”  volentieri.

Pur essendo  un  impulsivo , pronto ad  alzare la voce con  chi non  aveva  il suo ritmo,  rimaneva  sempre  nei limiti: dava sempre il “LEI” a tutti, dagli allievi ai Comandanti.


Era sposato con una cantante lirica, da cui   aveva divorziato.  I colleghi lo ricordano  a passeggio con la Signora , per la città, sbarbato ed elegante nella sua drop, in grande contrasto  con  la immagine che di lui si aveva in caserma, negli orari di lavoro.

Era un coraggioso, appassionato di lanci  ” arditi” col paracadute, a partire dal LISI; quest’ultimo aveva la possibilità di manovrare una fune di rovesciamento della calotta, che gli aveva procurato alcuni danni al volto.

Successivamente era passato alla caduta libera   con  una serie di aperture  “spettacolari”  che stupirono gli stessi colleghi.

Talvolta dormiva sulle torri   delle false carlinghe (viveva dentro la Caserma), diventando  il “terrore” dei molti  giovani allievi, che  salivano quelle scale  per  prendere conoscenza della struttura il giorno prima della prova di uscita, era l’incubo della pattuglia armata ordinaria ( PAO) che cercava sempre di sorprendere “in castagna” in piena notte.

Così noi paracadutisti volevamo che fossero i nostri  sottufficiali:  guasconi, coraggiosi e  forti.

Per questo  lo ricordiamo con tanto affetto.

 

Paolo Caccia Dominioni  disse, quando  disegnò la  figura   del nostro Arcangelo protettore, che  lo voleva con “una faccia da teppista”.   Se lo avesse conosciuto, avrebbe   disegnato  di sicuro il volto di Grusovin.

aw
I funerali : Lunedì 3 Aprile, mattina alle 10 cappella dell’Ospedale di Gorizia..
L’ eterno riposo dona a Lui, signore. Splenda su di Lui la Luce Perpetua e  che possa godere sempre   della protezione di San Michele Arcangelo.

ARCANGELO SMICHELE.teppista

 

 

 

 

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