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Pubblicato il 26/11/2017

IL COMMENTO SULL’ARTICOLO DEL GEN BERTOLINI di Corrado Corradi

di Corrado Corradi

Ritenendo la riflessione del Gen. Bertolini profonda, veritiera e profetica, degna del miglior antropologo (ovvio, é un soldato ed é quindi un conoscitore di uomini) l’ho partecipata ad un caro amico, già Console Generale e adesso vicario in un’ambasciata europea, col quale sono in comunione di ideali (quelli nobili, la fedeltà e la patria ad esempio), ti giro la sua considerazione sull’analisi del Gen. Bertolini: “Il coraggio di mettere le parole al pensiero, caro Corrado. Che dire? Sembra non esserci limite al peggio, purtroppo. Dobbiamo perseguire il riscatto, con il coraggio che volge il tormento in azione. Un abbraccio”.
Il cuore di quella comunicazione concisa é dato da due frasi, secche e significative, degne del miglior linguaggio militare:
“il coraggio di mettere le parole al pensiero”, ossia l’onestà intellettuale del nostro presidente;
“dobbiamo perseguire il riscatto con il coraggio che volge il tormento in azione” ossia la via del guerriero.
A queste frasi caratterizzate dalla migliore virilità fanno eco le parole di Dannunzio quando nella poesia del Quarnaro spiega lo stato d’animo dei 30 coraggiosi sui MAS: “… tutti tornano o nessuno; se non tornan tutti e trenta, torna quella del trentuno, quella che non ci spaventa, con in mano la sementa da gittar nel solco avaro; eya carne del quarnaro, alalà!”

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