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Pubblicato il 25/02/2016

IL CORRIERE DELLA SERA AVANZA DUBBI SUI MOTIVI DEL SUICIDIO DI IVAN BOLZONELLO

CORRIERE DEL VENETO – TREVISO
sezione: Treviso Belluno data: 25/02/2016 – pag: 9

Parà suicida, dai conti dell’associazione erano scomparsi quasi tutti i soldi

Ivan Bolzonello, martedì sera, doveva giustificare l’ammanco. La famiglia: «Non aveva debiti»
CORNUDA Era un paracadutista, innamorato del corpo di cui aveva fatto parte, tanto da diventare presidente dell’Associazione Paracadutisti Piave. E proprio a Cornuda, davanti al monumento ai parà caduti, Ivan Bolzonello ha deciso di togliersi la vita, martedì sera. Un luogo simbolico, scelto non a caso. Perché a portarlo alla morte potrebbe essere stato proprio il grande amore per la Folgore e l’incapacità di sostenere il peso di quanto aveva fatto, cioè appropriarsi dei soldi dell’associazione. Questo è ciò che trapela dalle indagini condotte dai carabinieri di Montebelluna che, guidati dal maggiore Sabatino Piscitello e coordinati dal sostituto procuratore Mara De Donà, stanno cercando di capire perché l’artigiano elettricista 46enne abbia deciso di suicidarsi, lasciando da sole la moglie e le figlie di 14 e 17 anni. L’uomo si è sparato con una pistola che deteneva regolarmente. Lo ha fatto martedì sera, probabilmente intorno alle 20, dopo il lavoro. Anziché tornare a casa a Crocetta del Montello Bolzonello ha raggiunto piazza Marconi a Cornuda. È salito sul monumento e si è sparato. Un unico colpo nel buio, che nessuno ha sentito. Il suo corpo si è accasciato sui gradoni, senza vita. E lì è rimasto fino a quando, dopo le 22, un amico paracadutista lo ha trovato. Lo stava cercando da ore, dopo la chiamata della moglie ai carabinieri e agli amici parà che proprio in quelle ore avrebbero dovuto riunirsi in assemblea. Militari e soccorritori si sono riversati nella piazza, ma per Bolzonello non c’era più nulla da fare. Nessun dubbio sul fatto che si sia trattato di un suicidio: a confermarlo sono stati i riscontri del medico legale sulle ferite e la presenza, sotto il corpo, dell’arma. Bolzonello non ha lasciato biglietti per spiegare il suo gesto, ma evidenti sono le tracce di qualche errore che forse aveva commesso nella gestione dei fondi dell’associazione. Qualcosa che aveva cercato di tenere nascosto. Eletto presidente a gennaio, Ivan Bolzonello aveva in gestione anche il libretto postale con i fondi del gruppo: in totale, ammontavano a circa 13 mila euro. Il 18 febbraio avrebbe dovuto tenersi un’assemblea dell’Associazione, per approvare il bilancio ma il presidente l’aveva rinviata a martedì. Negli stessi giorni, inoltre, aveva denunciato il furto della borsa con i registri e il libretto postale dell’associazione. Forse un tentativo di nascondere gli ammanchi che, dopo la sua morte, sono stati confermati dai riscontri dei carabinieri e della procura. Nel conto, infatti, sono rimasti meno di mille euro e non ci sono voci di spesa che ne giustifichino la sparizione. Soldi della cui assenza qualcuno si sarebbe accorto e inevitabilmente, l’altra sera, Bolzonello avrebbe dovuto fornire spiegazioni in associazione. Ma invece che raggiungere la sede di Covolo di Pederobba per la riunione, il 46enne è salito sul monumento per la cui costruzione tanto si era battuto. Qui si è tolto la vita. Resta da capire perché quei soldi sono spariti. I familiari, sentiti dai carabinieri, hanno precisato che non vi erano problemi economici, ma non è escluso che l’uomo possa averli taciuti anche alla moglie. «Ivan era una persona un po’ introversa e se aveva un problema certo non lo diceva spiega Ivan Moretto, dell’Associazione Piave -. Ma quel che ha fatto è davvero inspiegabile e nessuno di noi aveva capito che stava male». Bolzonello è descritto come una persona solare anche dal sindaco di Crocetta, Marianella Tormena, amica d’infanzia: «L’avevo visto poche settimane fa, allegro e pieno di vita come sempre. È una tragedia che non so spiegarmi e che mi addolora molto». E si dice «sgomenta» anche la parlamentare dem Laura Puppato, vicina di casa dei Bolzonello: «Tanto più per un gesto estremo a cui si fatica a dare una spiegazione. Sono vicina alla famiglia». Milvana Citter

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