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Pubblicato il 21/08/2018

IL FATTO QUOTIDIANO PARLA DI UN VERO NOBILE E VERO GUERRIERO: PIO FILIPPANI RONCONI

PARMA- Il Fatto di ieri parla di un eccellente  e nobile Uomo, che   non abbiamo incontrato in vita  ma che abbiamo avuto il privilegio di conoscere   attraverso le parole  – e l’esempio-  del Figlio  Rodrigo , paracadutista di lunga data, alpinista,  socio ANPDI  da sempre, attualmente  Funzionario  di livello alla Lamborghini . ( foto sotto, )

L’articolo ci ha (piacevolmente) sorpreso . La superiorità  intellettuale  espressa dal Conte  di cui parla è ( dovrebbe essere) il tratto distintivo della cultura di Destra, quella che attinge a sorgenti vicine e  lontane.

IL FATTO QUOTIDIANO

del  20 agosto 2018

Quel conte idolo di Casa Pound che amava parlare con i vu cumprà 

Quel conte idolo di Casa Pound che amava parlare con i vu cumprà


Inadatto al pantheon dei buoni, Pio Filippani Ronconi tra le sabbie di Ostia riceveva il saluto degli ambulanti< Pietrangelo Buttafuoco

L’estate sta finendo e mentre tutti s’indignano per i blitz degli attivisti di CasaPound organizzati in ronde sulle spiagge di Ostia contro i venditori ambulanti di collanine, nell’auspicio che i militanti non conformisti invece che insolentire quattro onesti tappetari si adoperino piuttosto contro il caporalato nelle serre – dove alligna il più bieco capitalismo – urge qui rendere omaggio a un gigante del pensiero non assimilabile allo Spirito del Tempo che su quello stesso litorale, in posizione yoga, svolgeva il ruolo di shayk, di khan e di Sikander di tutti i vu cumprà con cui parlava fluentemente in urdu, in arabo, in turco, in farsi, in cinese e nelle restanti lingue asiatiche. Non precisamente un mito per Libera, il suddetto yogi.

Inadatto al pantheon dei buoni. Anzi, il contrario: uno dei più coraggiosi combattenti ad Anzio, irriducibile guerriero volontario nelle Waffen, temuto dai marines americani nei giorni dell’invasione, maestro d’arti marziali, compagno di passeggiate del re d’Afghanistan lungo i marciapiedi del quartiere Eur, il conte Pio Filippani Ronconi – ebbene sì, lui, cacciato a suo tempo dal Corriere della Sera in nome dell’antifascismo – dalla sua postazione ricavata tra le sabbie di Ostia riceveva il saluto, la considerazione e l’ascolto dei tanti ambulanti da cui comprava cianfrusaglie e con cui discettava di Bhagavad-Gita, di Ferdowsi e di Tito Livio (de La Prima Decade, e di Roma in particolare, ne discuteva con i cinesi innamorati della Lupa).

Parlava dunque, il conte Filippani-Ronconi – patrizio romano, benedetto nel suo ritorno a Dio il 2010 nella chiesa ortodossa di Santa Caterina Martire presso Villa Abamelek a Roma, la residenza di Russia – di temi complicati assai per gli altri bagnanti impegnati al più con la compilazione della pur nobilissima Settimana Enigmistica.

Tra i padri dell’orientalismo italiano, allievo di Giuseppe Tucci – altro esempio di avventuroso esploratore, innamorato del mondo – il conte Filippani-Ronconi condivide col maestro un capriccio del cortocircuito: i loro nomi, insieme ad altri grandi del cattiverio quali Oswald Spengler, Julius Evola o Martin Heidegger, campeggiano nell’atrio della sede romana di CasaPound.

Ed è un vero contrappasso uscire da lì per poi fare tutto il contrario rispetto all’azione e-statica del conte Filippani-Ronconi. Un po’ fa pensare ma ancora più fa ridere a come spiegarlo poi ai buoni che il vero fascista, in spiaggia, non è quello con la pettorina in guerra contro i venditori di collanine, ma il venerando maestro in posizione yoga che solo coi vu cumprà giunti da Oriente può condividere la tradizione universale e con loro, come il Bicorne in lotta con Gog e Magog, attendere il transito del sole.

filippani-rodrigo

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