CRONACA AGGIORNATA OGNI ORA

Condividi:

Pubblicato il 22/09/2022

IL GENERALE BERTOLINI AL FATTO QUOTIDIANO: “L’EUROPA STA GIOCANDO CON LA SUA SOPRAVVIVENZA FISICA “

IL FATTO QUOTIDIANO DEL 22 SETTEMBRE 2022

Il generale Bertolini: “La Russia rischia un altro Afghanistan e l’Europa la propria sopravvivenza”

Ex comandante del Comando operativo del vertice interforze – “L’eventualità di un conflitto atomico c’è sempre stata, ma ora aumenta: tutto è possibile”

Di Michela A.G. Iaccarino

“Si predispone una guerra lunga, uno degli scenari peggiori che si potessero prevedere”. Il generale Marco Bertolini, ex comandante del Comando operativo del vertice interforze e della Brigata Folgore, fa i conti con le nuove cifre di un conflitto già troppo sanguinoso. Il Cremlino vuole inviare in Ucraina 300 mila uomini: “Sono il triplo dell’Esercito italiano, per Mosca si tratta di una mobilitazione parziale, selettiva, riservata a quanti hanno già esperienze militari, professionalità necessarie ai fini dello sforzo bellico”.

Perché Putin vi ha fatto ricorso?

Molte le componenti. Forse c’è lo scorno della sconfitta subita sul terreno. Ci sarà anche chi lo spinge a questo atteggiamento tattico per ottenere risultati di carattere psicologico.

Gli analisti parlano di un problema di man power tra le file dell’esercito russo: mancano uomini che imbraccino le armi.

Certamente. Quelli impiegati finora erano commisurati a obiettivi limitati. Non sono più sufficienti: c’è, in sostanza, un’elevazione del livello bellico. Dopo i quattro referendum, credo che Mosca miri a regolarizzare tra le file dell’esercito russo anche le milizie di Donetsk e Lugansk.

Come evolverà la guerra dopo questa decisione della Duma?

Bisogna tener conto dei tempi lunghi di una mobilitazione: gli uomini vanno prima richiamati, poi concentrati, poi riaddestrati e armati. Solo una volta pronti, vengono mandati in missione. Dunque ci vorranno dei mesi, sul campo non si vedranno certo dei risultati domani. Ma ricordiamoci una cosa: la Prima guerra mondiale è iniziata con mobilitazioni contrapposte, perché già predisporla costituisce una minaccia alla controparte. Oltre che sostanziale, che la mobilitazione dichiarata da Putin ha un valore simbolico.

Non ha annunciato solo la mobilitazione. Putin ha anche minacciato l’uso del nucleare: “Useremo tutti i mezzi a disposizione, non è un bluff”.

Il rischio nucleare c’è sempre stato, ma ora aumenta ancora di più. In Ucraina la Russia ha obiettivi che percepisce come vitali per la propria sicurezza e non si concederà di perdere la Crimea o il contatto col Mar Nero. Adesso Putin vuole il plebiscito alle urne a Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia, Kherson, per l’annessione: dopo, i combattimenti non saranno più un’azione dell’Ucraina contro una sua regione ribelle, ma contro la Russia stessa, che se attaccata sul suo territorio, può disporre del nucleare tattico. È possibile tutto, ecco cosa fa diventare pericoloso questo momento. Dunque andiamo incontro a due varianti: la prima è un ‘Afghanistan europeo’, con un conflitto che andrà avanti per anni nel cuore dell’Europa. L’altra è l’escalation, se le due controparti decideranno di agire con il massimo della loro forza. Comunque già solo che se ne parli, di queste ipotesi, è pericoloso, un segnale verso l’incontrollabile, perché tutte le guerre iniziano da un’escalation verbale. Poi c’è il casus belli e l’inizio dell’ostilità. Finora è una guerra limitata, ma l’espansione si concretizza, si va incontro a scenari rimasti sullo sfondo e mai ipotizzati. Si potrebbe aprire il vaso di pandora di una grande guerra patriottica con una potenza nucleare.

Gli ucraini intanto continuano a conquistare territorio e avanzano sul terreno.

Mosca non ha la forza per riprendere da un giorno all’altro Kharkiv, un territorio che lascia così scoperto un fianco del Donbass e lo mette a rischio. I russi concentreranno forze per limitare l’avanzata, rimarranno in posizione difensiva fino a che la mobilitazione non fornirà altre risorse. O finché non si avvierà un negoziato.

Ci sono ancora possibilità di dialogo?

Purtroppo l’opinione pubblica si sta abituando all’idea del conflitto, illudendosi di poterne rimanerne fuori. Siamo in un momento di portata storica, al quale non eravamo preparati. Bisognerebbe abbassare i toni, l’Europa non sta giocando con la sua economia, ma con la sua sopravvivenza fisica.

Leggi anche