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Pubblicato il 25/03/2020

IL PRESIDENTE DELL’ORDINE DEI MEDICI: “NON SONO UN EROE COME LA FOLGORE”

Il presidente dell’Ordine dei medici, lanciando il grido di allarme alla stampa sui molti medici morti per virus, ha pronunciato una frase emblematica:

“A me, scusi la brutalità, non me ne frega niente di essere un eroe. Non sono un un paracadutista della Folgore che va sui terreni minati in Afghanistan. Vorrei solo fare, anche in condizioni estreme come queste, il mio lavoro”. Roberto Carlo Rossi è il presidente dell’ordine dei Medici di Milano, città insidiata da un contagio sempre crescente di coronavirus in una regione che conta già 13 morti sui 17 nazionali e centinaia di ammalati tra i suoi colleghi.

Per ciascuno di loro, sul sito nazionale dell’Ordine, c’è una croce accompagnata dai versi del più grande poeta italiano ‘di guerra’, Giuseppe Ungaretti: “Cessate di uccidere i morti/ Non gridate più/ Non gridate / Se li volete ancora ancora udire/ Se sperate di non perire”.

I medici si sentono ‘nudi’ in questo scenario a cui attribuiscono contorni bellici perché non hanno presidi sanitari per proteggersi, anche nei reparti che accolgono tutto l’universo di malati non Covid-19, e perché non gli vengono fatti i tamponi se non quando presentano sintomi molto seri, spesso tali da richiederne il ricovero. Nelle loro parole c’è anche la disperazione di chi sa che può trasformarsi da guaritore ad amplificatore del virus.

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