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Pubblicato il 08/12/2017

CASO SCIERI- IL PROCURATORE JANNELLI : RICOSTRUZIONE FANTASIOSA DELLA COMMISSIONE

Il Tirreno ed.
sezione: PISA data: 8/12/2017 – pag: 17

«Una ricostruzione
del tutto fantasiosa»

Dall’ex procuratore Jannelli un duro attacco
alla commissione d’inchiesta sulla morte del parà

PISAÈ un duro attacco al lavoro della commissione d’indagine, alle sue conclusioni – appena votate – alla natura stessa della “missione” dell’organo parlamentare presieduto dalla deputata Sofia Amoddio (Pd) che sta riscrivendo un’altra verità sulla morte di Emanuele Scieri, il parà trovato senza vita ai piedi della torre per asciugare i paracadute della caserma Gamerra di Pisa il 16 agosto del 1999. A parlare è Enzo Jannelli, procuratore della Repubblica di Pisa all’epoca della prima inchiesta sulla morte del ventiseienne avvocato di Siracusa. Un duro attacco affidato a una lettera scritta dopo l’audizione di fronte alla commissione d’inchiesta parlamentare di martedì scorso. «Dai titoli dei rispettivi giornali, già la mattina del giorno seguente alla mia audizione protrattasi per circa due ore e mezzo – scrive l’ex procuratore – viene rappresentata una ricostruzione, derivata dalla relazione conclusiva, che ritengo del tutto fantasiosa, opinabile all’estremo, certo del tutto disattenta al contenuto delle mie dichiarazioni, osservazioni e valutazioni rese, quale procuratore della repubblica all’epoca, in sede di audizione. Si stravolge allo stato, per gran parte, la verità acquisita agli atti processuali da me in quel contesto richiamati ed illustrati». «Ritengo di poter affermare che non è da approvare per nulla il metodo, le modalità e le finalità di quella inchiesta – ammonisce Jannelli riferendosi al lavoro della commissione – nella misura in cui, sulla base di mere presupposizioni, tende a sovrapporsi alla ed a interferire con la parallela indagine della magistratura- pm e giudici- competente, quella già esaurita e quella riaperta in corso». E l’ex procuratore entra nel merito della sua affermazione definendo «improprio, sul piano istituzionale e costituzionale, l’oggetto di indagine», ovvero, come da atti ufficiali, il compito si «stabilire la dinamica dei fatti per accertare le cause e i motivi della morte di Emanuele Scieri e raccogliere gli elementi utili per l’identificazione dei responsabili». Jannelli fa poi riferimento alla proposta di legge istitutiva della commissione (la 2410 del 27. 5. 2014) che cita in merito all’incarico «di dovere appurare eventuali responsabilità dei magistrati della procura della Repubblica presso il tribunale di Pisa per l’omesso accertamento dei fatti (. . .) , e quindi delle cause della morte e delle eventuali responsabilità di coloro che erano preposti al controllo all’interno della caserma Gamerra». «All’agire politico – afferma con forza Jannelli – non è consentito, per dettato costituzionale, sovrapporsi alle valutazioni e alle decisioni della giurisdizione per di più se in base allo stesso materiale probatorio acquisito, considerato e tutto valutato da quest’ultima. Si rischia una tracimazione indebita dell’agire della politica sull’agire della magistratura. Si lasci a questa, come d’obbligo, il compito dello svolgimento, in contesti sereni, non condizionati dalla pubblicazione degli esiti di indagini parallele, della funzione sua propria e si attendano con fiducia i risultati perseguiti dai magistrati – pm e giudici- protagonisti». «In questo Paese – aggiunge Jannelli – i rapporti tra politica e magistratura vengono di continuo alterati e strumentalizzati: da un lato affidando alle sentenze l’autorità di una verità assoluta, che trascenda l’ambito suo proprio, quello della giurisdizione – alterandone così il suo carattere meramente processuale- dall’altro, ancora, alterando il potere strumentale di organi- le commissioni parlamentari di inchiesta- deputate, e solo, al migliore e più avveduto esercizio di funzioni del Parlamento, precisamente quella legislativa e quella di indirizzo del Governo, per accertarne e stigmatizzarne la responsabilità. L’augurio è che ai massimi livelli, della Presidenza della Repubblica e della Vice Presidenza del CSM, nonché della Presidenza delle Camere, supremi organi costituzionali di garanzia, si segnali, ognuno per la propria competenza, di porre attenzione ai limiti costituzionali dell’agire dei pubblici poteri».

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