LA STORIA DEI PARACADUTISTI E NON SOLO

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Pubblicato il 31/05/2020

IL RIMPATRIO DEI “FASCISTI NON COOPERATORI” DELLA FOLGORE

IL RIMPATRIO DEI “FASCISTI NON COOPERATORI”
31 Jan 2005
Autore: par (El Alamein) Emilio Camozzi

di Emilio Camozzi

Il momento del rimpatrio era finalmente arrivato. Solo ora, in fila con gli altri con le mie povere cose, me ne rendevo conto. Non avevo voluto crederci finchè non mi ero visto fuori dal cancello principale del campo e un inglese non aveva dato di catena e lucchetto il grande cancello. Dentro non c’era più nessuno. Eravamo gli ultimi perchè considerati i più cattivi. Ma essere i più cattivi in un Fascist Criminal Camp non è facile. Dovevamo averne combinate di cotte e di crude. E pensare che noi ritenevamo di avere la coscienza a posto! Avevamo solo preteso di non indossare la divisa del nemico. La guerra era finita da un anno e mezzo, e nessuno sapeva dirci perchènon ci mollavano. Non eravamo di nessuna utilità per gli inglesi i quali, per indurci a lavorare, avrebbero dovuto avere a disposizione almeno un divisione di aguzzini. Non penso che in Italia avessero paura di quelle poche migliaia di poveri cristi che, debilitati nel fisico e nel morale, si accingevano a reinserirsi in una società per la quale credevano di avere speso con onestà i migliori anni della propria vita, e che invece era pronta a riceverci a calcioni in faccia. Dell’Italia sapevamo solo ciò che gli inglesi ci propinavano a piccole dosi, naturalmente elaborate a loro uso e consumo, a cui non prestavamo fede, preferendo crogiolarci nella nostra consapevole ignoranza. Il sentore di qualcosa non confacente con le nostre idee ci era arrivato tramite due giornali, e dico due per indicare il numero totale, che non so in qual modo erano riusciti ad entrare in campo. Erano “La Rivolta ideale” e l'”Uomo Qualunque”.Già il linguaggio da loro usato usciva dai canoni giornalistici cui eravamo abituati. Fa un po’ leggere lo stesso giornale a cinquemila persone assetate di notizie ed intrise di rabbia quadriennale e giudica se gli ultimi quattromilanovecento abbiano la possibilità di riuscire a leggere qualcosa .Eppure i due giornali hanno fatto tre volte il giro del campo, non fosse altro che per fare un dispetto agli inglesi. Ora che era per noi giunto il momento della verità, pensavamo al ritorno come occasione per riabbracciare i nostri cari. C’era poi l’ossessione di quattro anni di forzato puritanesimo. Gli indirizzi delle case di tolleranza di tutta Italia erano il best seller del campo. Credo che nessuno abbia mai affrontato questo grosso problema, nè sotto il profilo sociale nè sotto quello medicale. Più di qualcuno ha subito danni per questa dannata astinenza. Poche erano le fidanzate che avevano avuto la pazienza di attender il ritorno del loro uomo, ed era comprensibile la loro scelta. La mia si era lasciata andare al fascino degli americani. Mio fratello mi aveva scritto che, insospettito, l’aveva pedinata e l’aveva vista entrare in un albergo con un americano. Lasciava a me decidere cosa pensarne.

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