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Pubblicato il 05/12/2016

IL SAVOIA CAVALLERIA PARACADUTISTI IN MALI

I Cavalieri della “Folgore” addestrano gli omologhi maliani

L’Esercito Italiano nell’ambito dell’operazione denominata European Union Training Mission – Mali, ha schierato quattro elementi del reggimento “Savoia Cavalleria” (3°), costituenti la base nazionale dell’unità italo/slovena che ha il compito di addestrare le truppe di cavalleria delle Forze Armate Maliane (FAMA).

Il personale istruito dal Light Armoured Training Team, sta conducendo una lunga fase didattica per migliorare le proprie tecniche e poter sviluppare efficaci operazioni di controllo del territorio soprattutto nella parte Nord del Paese, roccaforte delle milizie ribelli che ancora non riconoscono il governo legittimo di Bamako.

Dallo scorso 24 ottobre i cavalieri paracadutisti della Brigata “Folgore”, unitamente alla compagine slovena, sono impegnati nell’addestramento di uno squadrone blindo-corazzato delle Forze Armate Maliane nell’ambito del corso CMATT2 (Combined Mobile Training Actvities). L’unità maliana dispone di una forza di 30 uomini articolati su due plotoni più un’aliquota comando. I due plotoni sono suddivisi in un plotone leggero, su 3 carri leggeri PT-76, ed in un plotone pesante, su 3 carri pesanti T-54.

Il corso, della durata di 8 settimane, è attualmente giunto al giro di boa. I militari di Savoia, forti della loro preparazione di cavalieri e paracadutisti, hanno sino ad ora impartito un addestramento basico partendo dal livello squadra, per passare poi al plotone e giungere fino all’intero Squadrone. Oltre a ciò, sono state insegnate e messe in pratica in maniera particolareggiata le procedure tecnico-tattiche (TTP) tipiche della cavalleria. L’obiettivo intermedio, che prevedeva la capacità di agire a livello plotone, è stato testato e raggiunto in questi giorni.

L’Esercito Italiano è presente in Mali sin dal 2013 ed opera in questa area del continente africano in cooperazione con più di 20 nazioni europee nella missione di capacity building finalizzata a formare istituzioni credibili ed in grado di contrastare il terrorismo presente in quell’area.

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