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Pubblicato il 28/06/2015

IL SERGENTE MAGGIORE INCURSORE DAVIDE FERRERI AVEVA RICEVUTO UNA MEDAGLIA E DUE ENCOMI. DAL VENEZUELA SI ERA ARRUOLATO DI NASCOSTO

VICENZA- «L´ultima volta che è venuto a casa, in licenza, è stato un mese e mezzo fa e anche in quell´occasione gli dissi di trovarsi un lavoro da civile. Era stato già due volte in Afghanistan e le missioni ci facevano stare in apprensione». Una Famiglia sconvolta, oltre al padre e alla mamma, il fratello Daniele, al terzo anno di giurisprudenza a Padova. All’ARDENZA si svolgeranno le esequie: «Poi lo cremeremo e lo porteremo a Vicenza dove resteremo per sempre». I Ferreri, venezuelani d´origine, sono arrivati nel settembre 2011. «Eravamo stati in Italia dal 1997 al 2005. Prima e dopo vivevamo a Maturin, 580 chilometri da Caracas. Sergio David si era diplomato a Palermo, poi, di nascosto, senza dirci nulla, si era arruolato nell´esercito italiano. Aveva 20 anni. Fin da piccolo sognava di fare il militare». Amava il calcio e il baseball, sport nazionali del Venezuela, ma prima di vestire la divisa non si era mai lanciato. Il giuramento a Chieti, prima destinazione Barletta, poi la carriera e le missioni afgane.«Aveva ricevuto una medaglia ed un encomio per aver salvato i suoi commilitoni». Ristoratori, i Ferreri volevano ripartire con una nuova attività ed una speranza: «Sapevamo che la caserma era la sua vita, era orgoglioso e felice di essere nella IX Col Moschin, ma ogni volta che sentivamo una notizia al telegiornale, avevamo il cuore in gola». Si era fidanzato con una ragazza di Lucca, l´amore spesso cambia le prospettive e chissà se Sergio David aveva cominciato a sognare una vita diversa. Di sicuro, fedele al motto, “Della folgore l´impeto”, lui non è mai fuggito di fronte al destino

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