CRONACA AGGIORNATA OGNI ORA

Condividi:

Pubblicato il 19/12/2021

IN MEMORIA DI GUIDO ROSSA – UCCISO DALLE BRIGATE ROSSE: ALPINO PARACADUTISTA , OPERAIO FIAT


Guido Rossa. Foto: Armando Biancardi

Guido Rossa fu assassinato dalle Brigate Rosse il 24 gennaio 1979. Aveva 44 anni. Rossa è stato un simbolo della lotta all’eversione, un simbolo contro il conflitto sociale teppistico e incivile.
E’ stato alpinista da Himalaya e alpino paracadutista. Un coraggioso, uno sportivo ed un uomo leale. Nato a Cesiomaggiore (BL) il 1° dicembre 1934, a due anni di vita arriva a Torino dove la famiglia si era trasferita per lavoro. A 24 anni entra in Fiat e inizia a difendere i diritti dei lavoratori. Viene eletto delegato della Fiom Cgil.Siamo negli anni caldissimi del rapimento Sossi e poi dell’assassinio del procuratore Francesco Coco, nel 1976, quando Genova era centrale nella strategia e nell’azione terroristica delle Brigate Rosse. Proprio a seguito dell’omicidio Coco, Guido Rossa svolse un lavoro di controinformazione in fabbrica, per monitorare la penetrazione delle organizzazioni terroristiche; fu così che venne individuato il postino delle BR Francesco Berardi operaio alla Cornigliano: Rossa lo denuncerà dapprima alla vigilanza interna e poi ai carabinieri. Fu la sua condanna a morte, che arrivò il 24 gennaio del 1979 (prima ferito, poi giustiziato dal secondo uomo del commando). Berardi, il postino, morì suicida poco dopo.

La tragicità del periodo è riassunta dai fatti: l’operaio Rossa fece arrestare un operaio brigatista e tre mesi dopo un altro operaio brigatista uccide l’operaio. Morti entrambi prime ore del giorno , dove si incontra la gente che va a lavorare o ritorna dal turno di notte. La fine di Guido Rossa segnò la fine delle Brigate Rosse in fabbrica, perchè suscitò condanna e rifiuto del terrorismo da parte dei più tiepidi.

 

in una lettera scritta  nel febbraio 1970 , Guido Rossa  scrive: “Da ormai parecchi anni, mi ritrovo sempre più spesso a predicare agli amici che mi sono vicini l’assoluta necessità di trovare un valido interesse nell’esistenza […] che ci liberi dal vizio di quella droga che da troppi anni ci fa sognare e credere semidei o superuomini chiusi nel nostro solidale egoismo, unici abitanti di un pianeta senza problemi sociali, fatto di lisce e sterili pareti, sulle quali possiamo misurare il nostro orgoglio virile, il nostro coraggio, per poi raggiungere (meritato premio) un paradiso di vette pulite, perfette e scintillanti di netta concezione tolemaica, dove per un attimo o per sempre possiamo dimenticare di essere gli abitanti di un mondo colmo di soprusi e di ingiustizie […]. Per questo penso, anche noi dobbiamo finalmente scendere giù in mezzo agli uomini e lottare con loro”.

Leggi anche