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Pubblicato il 24/02/2021

IN RICORDO DELL’ARTIGLIERE PARACADUTISTA DI EL ALAMEIN RENATO MIGLIAVACCA

CAPITANO RENATO MIGLIAVACCA – UN RICORDO NEL 10° ANNIVERSARIO DELLA SUA SCOMPARSA

Conobbi Renato non per merito o per censo ma per caso, il 04 Ottobre 2002 in occasione del mio Giuramento al Reggimento nelle cui fila Renato combatté l’epica battaglia di El Alamein: il 185° Rgt Artiglieria Paracadutisti “Folgore”, che nel frattempo si era trasformato nell’attuale 185° Rgt Paracadutisti Ricognizione Acquisizione Obiettivi “Folgore”.


Renatino (così lo chiamavamo noi per via della sua gracile costituzione) aderì con entusiasmo alla proposta di Suo nipote Luca di farci da “padrino” alla cerimonia del Giuramento che, oltre a Luca e al sottoscritto, vedeva coinvolto anche Giovanni (detto Gian) Fogliati, stimato ortopedico di Rivoli.
Il Giuramento come molti ricorderanno e come enfatizzato dalla Rivista “Folgore”, si svolse davanti la Bandiera di Guerra e al Comandante del 185°, prima ed unica volta che SME autorizzò 3 Ufficiali della nuovissima realtà della Riserva Selezionata dell’E.I. a giurare presso un Reparto.
Il Comandante di Reggimento, Colonnello Renato Perrotti, da noi contattato preventivamente, era entusiasta di questa nostra idea, anche e soprattutto per la prevista presenza del Reduce, vera icona vivente della “Folgore” e sua dell’epopea. Anche Renatino era entusiasta: era un’occasione per ritornare al “Suo” Reggimento quale ospite d’onore, dal quale mancava da troppo tempo.


La biografia di Renato Migliavacca è cosa nota, che ripercorro brevemente.
Nato in provincia di Milano, classe 1921, si arruola volontario nel 1940 diventando prima Ufficiale di Artiglieria e poi aderendo alla nuovissima Specialità dei Paracadutisti, frequentando la Scuola di Tarquinia. Con il grado di Sottotenente è Comandante di Sezione della 4° Batteria del 185°; partecipa alla Battaglia di El Alamein, dove caduto il Comandate, assume il Comando della Batteria. Unitamente agli ultimi 300 Militari della “Folgore” viene catturato il 6 Novembre 1942, rimanendo prigioniero degli Inglesi fino al 1946, quando rientrò in Italia. Per chi voglia conoscere altre notizie può leggere la pagina a Lui dedicata da Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Renato_Migliavacca


Mi avvicinai a Lui con rispetto reverenziale, per tutto ciò che Egli rappresentava, e scoprii un Uomo dotato di grandissima intelligenza, spiccato senso dell’umorismo, viva curiosità e una semplicità tipica dei Grandi.

Negli anni successivi frequentai il più possibile Renatino: appena potevo andavo a trovarlo nel suo appartamento di Milano, dove conservava i suoi scritti, ed ebbi l’onore di ricevere in dono una Sua rara fotografia dell’epoca con dedica che lo ritrae poco prima di un lancio alla Scuola di Tarquinia e una serie di Suoi pezzi inediti, che conservo gelosamente, scritti con la mitica Olivetti. Voglio condividere con Voi il contenuto di un pezzo intitolato “Cannone controcarro” che qualora ce ne fosse bisogno, ricorderà che tipi di Uomini combatterono la Battaglia di El Alamein: “…la confortante certezza di essere uomini, uomini veri.” citando le parole di Renatino
scaricabile qui http://bit.ly/cannone_controcarro


Durante quegli incontri mi raccontò anche di episodi curiosi della epica Battaglia e della Sua vita. Mi sembra ancora di sentire le Sue parole “.. in un momento di calma durante quei continui attacchi e contrattacchi, in una zona precedentemente occupata dagli Inglesi, scoprimmo alcuni oggetti lasciati dal nemico, tra cui un paio di mutandine femminili di seta. Dopo i primi momenti di stupore, complice anche il gran caldo, per sollevare il morale indossai le mutandine e mi presentai ai miei Artiglieri che cominciarono a ridere come pazzi. Improvvisamente però calò un silenzio glaciale: pensai subito all’inizio di un attacco nemico… girandomi invece incrociai lo sguardo del Colonnello Ernesto Boffa, giunto in prima linea per verificare la situazione, come spesso faceva; dopo un attimo di esitazione mi disse: “Tenente venga che le devo parlare..”. Mi cambiai in fretta e furia e raggiunsi il Comandante, presagendo una pesante lavata di capo. Egli invece, come se nulla fosse successo, mi cominciò a parlare della situazione…Mi sono sempre chiesto cosa ci facessero delle mutandine femminili di seta in un campo di battaglia, in mezzo al deserto…”.


Il Colonnello Renato Perrotti, Artigliere Paracadutista e Acquisitore, grande Uomo e primo Comandante del 185° Rgt R.A.O. (grazie Renato per avermi pacatamente insegnato, in un mio eccesso di paracadutistico orgoglio, che “prima siamo Uomini, poi siamo Soldati e poi siamo Paracadutisti”), ottenne per Renatino la concessione della nomina ufficiale di “Acquisitore ad Honorem”, di norma riservata ai precedenti Comandanti di Reggimento e sancita da apposita commissione: il riconoscimento gli venne consegnato in una bellissima cerimonia a Reggimento schierato nel 2004.

Insieme a Luca, ci attivammo affinché Renatino ricevesse sia una prevista integrazione alla misera pensione e soprattutto (molto più importante per Lui), la prevista promozione al grado superiore, cosa che dopo molte insistenze e parecchia carta, ci riuscì. Fu per noi Capitani, che avevamo avuto Renatino come padrino al nostro Giuramento, un vero onore poter ricambiare e fare a Lui da padrini in occasione della consegna del grado di Capitano da parte del Comandante del Reggimento, effettuata in una solenne cerimonia nel Giugno 2005, durante la Festa dell’Arma di Artiglieria, a Reparti schierati a rendergli gli Onori.


Ricordo infine che quando venne ricoverato in ospedale a Milano, per un malore, andai a trovarlo e mi disse: “.. ho finito di scrivere il mio ultimo libro (ndr. Cannoni nel deserto disponibile presso l’editore Auriga la “Sua” casa editrice, ereditata dal nipote Luca), quindi adesso me ne posso anche andare…”.
Come si fa in quelle occasioni lo sfottei prendendolo un po’ in giro. Il giorno dopo, 24 Febbraio 2011, Renatino morì.


Al Suo funerale, oltre “ai Suoi Capitani” e agli Amici, partecipò anche un picchetto d’onore del “Suo” 185° al Comando di un Tenente Colonnello, che gli rese gli Onori.
Artigliere Paracadutista Renato Migliavacca: PRESENTE!

Cap. Danilo Fumagalli

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