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Pubblicato il 09/04/2020

INCIDENTI IN MONTAGNA: 446 MORTI E 6900 FERITI NEL 2019

La montagna non ha mai richiesto così tanti interventi di soccorso come nel 2019: più di 10mila. Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico hanno effettuato 10.234 interventi (+7,1% sul 2018). Sono stati impiegati 41.666 soccorritori, distribuiti in 28.458 giornate/uomo, per un totale di 187.504 ore di effettivo utilizzo
Bilancio: 6.190 feriti, 3.376 illesi. I morti sono 446. Un’estate particolarmente mite ha favorito le escursioni anche deipiù prudenti e meno allenati.

Le missioni 2019 del CNSAS si sono svolte per il 75% in terreno montano, impervio e ostile. Gran parte delle richieste di soccorso hanno riguardato persone ferite, ma ci sono stati anche 950 ricerche di persone disperse, 280 casi classificabili come interventi di Protezione civile, 164 incidenti stradali che hanno richiesto l’intervento del Soccorso Alpino e Speleologico, 42 valanghe, 30 soccorsi in forra, 10 nelle grotte e 2 interventi per l’evacuazione di impianti a fune. Le false chiamate sono state 117.

I feriti nel 2019 hanno raggiunto la quota di 6.190 unità (61,4%), suddivisi in feriti leggeri (4.501, 44,7%), feriti gravi (1.425, 14,1%), feriti con compromesse le funzioni vitali, cioè in imminente pericolo di vita, (264, 4,4%). Ferma allo 0,6% la percentuale dei dispersi non recuperati, mentre si registra un leggero calo dei morti in montagna, passati dal 458 nel 2018 a 446 nel 2019 (il 4,4% del totale)
Il 43,8% del totale dei feriti erano escursionisti, seguito dallo sci alpino e nordico, con 1.602 operazioni di soccorso. Seguono l’alpinismo con 613 soccorsi, mountain bike con 571, ricerca funghi (504), scialpinismo (316). 10 le richieste di aiuto dalle profondità di grotte e cavità ipogee. Infine una serie di attività molto varie, numericamente più frammentate, ma che danno bene l’idea di come il CNSAS svolga il proprio ruolo a 360° nel variegato mondo montano: dal lavoro negli alpeggi, al parapendio, base jumping, e altro.

La nazionalità

Nel 77% dei casi (7.761) si è trattato di infortunati italiani, nel 709 (7%) di nazionalità tedesca. 227 i francesi (2,3%), 99 gli austriaci (1%), 51 gli svizzeri (0,5%), 884 pari all’8,8% appartenenti ad altri paesi dell’Unione Europea e il restante 3,4% a nazioni extracomunitarie.

Le cause degli incidenti

Al primo posto fra le cause degli incidenti in montagna restano le cadute e le scivolate (4.653 casi, il 46,2% del totale). Segue poi l’incapacità a continuare il percorso (2.630 casi, il 26,1%) che comprende oltre all’incapacità di proseguire o di tornare sui propri passi, il ritardo, la perdita dell’orientamento e lo sfinimento. Seguono i malori (1.239 richieste di soccorso, 12,3%) un dato in costante crescita in rapporto anche con l’invecchiamento della popolazione del nostro Paese.

Le missioni con l’elicottero

Gli elicotteri delle basi regionali di elisoccorso del Sistema Sanitario Nazionale sono stati presenti in 3.169 operazioni di soccorso. Precedono i mezzi aerei della Protezione Civile, 1217 missioni, concentrate soprattutto in Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia.

Seguono poi i soccorsi del CNSAS portati a termine con mezzi di ditte private (70 complessivi), dell’Aiut Alpin Dolomites per la zona dell’Alto Adige, e quelli appartenenti ad Enti e Amministrazioni dello Stato quali: Vigili del Fuoco 137, Polizia 20, SAR dell’Aeronautica Militare 14, Guardia di Finanza 14, Arma dei Carabinieri 7 ed Esercito Italiano 2.

Il periodo dell’anno con maggiori interventi

La suddivisione mensile delle missioni di soccorso conferma la consueta fotografia con i mesi estivi di giugno, luglio, agosto e settembre che assieme toccano la percentuale del 51,2% con l’altro picco, seppur ben distanziato di dicembre, gennaio e febbraio (23,3%) e nel mezzo le così dette mezze stagioni, autunnali e primaverili con il minimo assoluto per il mese di novembre, con 321 casi.

I soci CAI

I soci del Club Alpino Italiano a cui si è prestato soccorso sono 356 pari al 3,5%, mentre gli uomini sono 7.018 (69,7%) e le donne 3.055 (30,3%).

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