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Pubblicato il 19/02/2014

INDIA: CASI COMPARATI- I MARINES UCCISERO DUE PESCATORI NEL GIUGNO 2012. TUTTI A CASA IMMEDIATAMENTE.


PARMA Alla luce della umiliante ( per l’Italia, gli italiani e i nostri Militari tutti) vicenda dei nostri due Fucilieri trattenuti illegalmente in India da 24 mesi, salta agli occhi la differenza con cui altri stati difendono i propri militari e cittadini: c’è un altro caso, molto simile a quello della petroliera italiana sulla quale erano imbarcati Massimiliano Latorre e Salvatore Girone; un fatto che avvenne cinque mesi dopo l’arresto dei fucilieri della Marina e proprio nel giorno in cui si apriva il dibattimento sull’uccisione di due pescatori nel Kerala .

Era il 17 luglio del 2012 e la petroliera militare statunitense «Rappahannok» stava attraversando le acque del Golfo Persico. Un pescherecchio indiano di nove metri si avvicinò alla rifornitrice di squadra della flotta statunitense. Dalla petroliera partirono, come di rito, segnalazioni acustiche e luminose per intimare alla barca di restare a distanza. Invano. A questo punto i «security team» della Us Navy non esitarono: aprirono il fuoco. E non lo fecero, come accaduto sulla Lexie, con armi leggere, ma con una mitragliatrice pesante Browning calibro 12,7. Il risultato non cambiò di molto: un pescatore, Thiru A, Sekhar, di 25 anni, rimase ucciso, altri due feriti seriamente. Mentre il peschereccio raggiunse il porto di Dubai, la nave americana proseguì tranquillamente nel suo viaggio. Gli Stati Uniti espressero il loro rammarico per l’episodio e l’ambasciatrice a Nuova Delhi Nancy Powell porse telefonicamente le condoglianze del suo Paese al segretario indiano agli Esteri Ranjan Mathan. Certo, l’India chiese l’apertura di un’inchiesta agli Emirati Arabi Uniti e le autorità del Tamil Nadu, la zona da dove proveniva la vittima, un indennizzo in denaro per i familiari del pescatore morto. Non ci furono, però, trabocchetti o trappole. Nessun militare Usa venne fatto prigioniero. E anche se fosse avvenuto probabilmente gli americani avrebbero subito spedito sul posto a liberarli una squadra di marines.

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