CRONACA AGGIORNATA OGNI ORA

Condividi:

Pubblicato il 17/07/2014

INTERNET NELLE MANI DEGLI USA: MOLTI STATI VOGLIONO SOTTRARGLI IL CONTROLLO. INTERNET DESTINATO A FINIRE?

PARMA- La rete internet si è sviluppata a partire dagli Usa, dapprima con ARPANET, rete militare, ed è tutt’ora espressione della leadership mondiale di quel paese Americani sono i maggiori fornitori dei canali di comunicazione come la AT&T e la Verizon, americane sono le aziende che ne sviluppano gran parte del contenuto, da Facebook a Google.

Questo sistema è entrato visibilmente in crisi con il “Datagate”, ovvero la rivelazione di come i servizi segretyi usa hanno utiliozzato la rete per controllare il mondo.

I flussi informativi sono in pratica acentrati nelle mani di aziende legate tutte allo stesso paese. Molti paesi, Germania in testa, stanno ora chiedendio la “disconnessine” e la creazione di un sistema regionale di Internet ( i contrario della rete globale) , nel quale i dati sensibili siano protetti dalle ingerenze americane.

Brasile ed Europa hanno annunciato un progetto da 185 milioni di dollari per la posa di cavi a fibra ottica sul fondo dell’oceano, che li renda liberi degli Usa. Australia, Francia, Corea del Sud, India, Indonesia, Kazakistan, Malesia e Vietnam, stanno allargando i confini delle informazioni delicate per le quali ognuno di loro richiede già ora la registrazione obbligatoria presso server locali.

INTERNET E’ ARRIVATO AL CAPOLINEA ECONOMICO. ORA PUO’ SOLO FRAZIONARSI E POLVERIZZARSI
Una rete regionale al posto di quella universale che oggi conosciamo, favorirebbe l’imposizione di “dazi” di accesso,dovendo ongi rete regionale cnnettersi alle altre non più automaticamente, e promuoverebbe le aziende locali a scapito delle grandi multinazionali. Gli esperti della Università di Davis in California prevedono che tra quattro anni il solo ‘cloud computing’ oggi dominato da aziende americane, e che si basa su un Internet globale e libero, potrebbe perdere dai 22 ai 35 miliardi di dollari di fatturato.

TUTTI VOGLIONO LA PROPRIA RETE
Nella prima conferenza dell’Onu sul governo della Rete globale che si è tenuta a Dubai due anni fa, 89 paesi hanno chiesto che l’amministrazione della rete passi formalmente nelle mani di un’organizzazione internazionale come l’agenzia delle stesse Nazioni Unite ITU (International Telecommunication Union). La proposta è stata bocciata da 54 membri tra cui gli Usa, i quali chiedono che tale funzione non abbia nessun connotato politico, nemmeno quello di un’organizzazione internazionale intergovernativa.

ENTRO POCHI ANNI NON SARA’ PIU’ POSSIBILE LA CONNESSIONE GLOBALE SE NON ATTRAVERSO ACCESSI PARZIALI E MIRATI
Ma il processo pare inarrestabile: Russia, Cina, Egitto, Arabia Saudita e Sudan hanno già cercato due anni fa di sottrarre il controllo dei domini Internet (il registro dei nomi dei siti) dalle mani della società privata americana “no profit” che opera su licenza del ministero del Commercio. Gli americani hanno preso tempo, ma c’è il rischio che la tensione produca una spaccatura, e che ogni governo interessato cominci a duplicare la struttura, richiedere una registrazione locale, e poi isolare i sito con un suo sistema di difesa.
NON TUTTI GLI EFFETTI SARANNO POSITIVI
Questo per gli utenti vorrebbe dire addentrarsi in un labirinto di cibernetico pieno di porte e di potenziali trabocchetti; in una parola: la fine dell’Internet come lo abbiamo conosciuto nei suoi anni di formazione giovanile.

Leggi anche