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Pubblicato il 03/04/2019

IRAQ DEL NORD: L’AMERICA RIDUCE DEL 60% I FONDI AI PESHMERGA. CHE IMPLICAZIONI PER LA MISSIONE ITALIANA ?

Il Pentagono ha dimezzato il budget destinato ai Peshmerga curdi. I fondi passeranno da 290 a 126 milioni di dollari. Si tratta di “12 brigate”, sessantamila uomini, autonomo rispetto dalle forze armate irachene ed addestrato da truppe internazionali, tra le quali quelle italiane.
Il governo regionale autonomo di Erbil è alle prese con una drammatica crisi finanziaria,aggravata da questo ulteriore taglio.
Il dipartimento americano alla Difesa ha spiegato che vuole incentivare il governo di Baghdad ad aumentare il suo contributo alle forze curde, e facilitare un accordo con Erbil volto a integrare i Peshmerga nelle forze di sicurezza nazionale. Bagdad, per contro, aveva approvato un finanziamento di 112 milioni di dollari, solo in parte destinati ai Peshmerga, lasiando scoperte diverse decine di milioni di dollari di copertura..

Dopo il referendum curdo sulla indipendenza del 2017 , Bagdad ha irrigidito le sue posizioni. L’allora premier Haider al-Abadi inviò l’esercito per riprendersi la città di Kirkuk,che possiede giacimenti petroliferi e mettere sotto il proprio controllo Mosul e la dogana di Ibrahim Khalil, da dove transitano centinaia di camion a giorno.
Il nuovo premier Adel Abdul Mahdi ha ricucito lo strappo ma solo in parte, grazie anche alle dimissioni di Massoud Barzani, sostituito da uno dei figli.

I CURDI HANNO ABBANDONATO LA IDEA DI SECESSIONE

Il nuovo primo ministro Nerchivan Barzani, nipote dell’ex presidente, ha impostato una politica che non punta più all’indipendenza e che non insiste troppo sul 17 per cento del budget statale, come pure previsto dalla costituzione riformulata del 2005.

Un altro elemento di instabilità è causato dala divisione interna : il Partito democratico curdo (Kdp) di Barzani, e l’Unione patriotica del Kurdistan (Puk) sono in contrasto sulle soluzioni alla crisi economica e finanziaria e sulla via “politica” da seguire. Il Puk è più vicino all’Iran e insiste per aumentare i proventi petroliferi, ora intascati quasi integramente da Bagdad. I 500 mila barili di greggio curdi al giorno rappresentano il 10% della intera produzione dell’Iraq , che è di circa 4,7 milioni di barili al giorno.

LE MISSIONI INTERNAZIONALI DI ADDESTRAMENTO DEI PESHMERGA
Nel 2017, dopo il referendum per la indipendenza Bagdad aveva intimato ai peshemrga e alle milizie curde di ritirarsi entro 48 ore dai siti strategici e dai check point, oltre che dal presidio della fogana di confine. Tra le zoine riprese sotto controllo di Bagdad c’era la diga di Mosul, presidiata anche dagli italiani. Nel frattempo, le forze armate italiane continuarono in quel peridoo la missione internazionale di addestramento dei militari di Erbil, che avrebbero potuto rivoltarsi contro il governo centrale.In quel caso, prevalse il buon senso dell’allora governatore Barzani, che preferì smorzare le tensioni dimettendosi. Ora , alla luce di questi tagli , si teme che la tensione tra Erbil e Bagdad potssa risalire. E gli istruttori internazionali, in presenza di ostilità o contenzioso dichiarato, potrebbero abbandonare la missione in curdistan.

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