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Pubblicato il 19/11/2020

IRAQ E AFGANISTAN: LA MISSIONE ITALIANA VA AVANTI IN ENTRAMBI I PAESI

Dopo l’annuncio del disimpegno Usa, l’Italia «continuerà a fare la sua parte» in Afghanistan e in Iraq e l’eventuale ridimensionamento dei contingenti nazionali verrà deciso nei prossimi mesi insieme ai partner internazionali e con la Nato. In una telefonata di prima mattina il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, ha rassicurato in questi termini il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, dopo l’annunciato disimpegno dell’amministrazione Trump dai due delicatissimi teatri operativi, dove da metà gennaio non resteranno più di 2.500 militari americani ciascuno. L’Alleanza atlantica ha subito espresso «grande preoccupazione»: un ritiro frettoloso avrebbe un prezzo altissimi, ha detto Stoltenberg che in serata è stato chiaro: «La missione Nato in Afghanistan va avanti». Stoltenberg, in attesa del cambio di rotta negli Usa, ha cominciato a sondare il terreno tra gli alleati. Da parte italiana è stata confermata la linea della «coerenza», come ha detto Guerini, che in mattinata ha informato anche il Parlamento degli sviluppi della situazione. Il ministro ha in primo luogo confermato che «mai come in questa fase» – in cui «lo shock causato dal Covid sta ulteriormente aggravando contesti già complessi, con l’aumento delle minacce e dell’instabilità» – la «rinnovata centralità del Mediterraneo per l’Italia richiede un aggiornamento della nostra strategia in quest’area». In questo contesto vanno inquadrati il «rafforzamento della nostra presenza nel Mediterraneo Orientale e la volontà di partecipare, nel 2021, alla Forza Marittima di Unifil». Ma il tema caldo è costituito da Afghanistan e Iraq, dove il contributo italiano è rilevante: ad Herat, il Parlamento ha autorizzato una presenza massima di 800 militari, 145 mezzi terrestri e 8 aerei nell’ambito della missione Nato Resolute Support. In Iraq, invece, la missione di addestramento Nato prevede la partecipazione di circa 50 militari, mentre quella della Coalizione internazionale Anti-Isis, a guida Usa, di circa 1.100, con 270 mezzi terrestri e 12 aerei. La posizione espressa da Guerini è chiara: al momento le missioni proseguono regolarmente, ma a febbraio si farà il punto con gli alleati e vedremo.

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