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Pubblicato il 25/02/2015

ISIS CONTROLLA LE COMUNICAZIONI DELLE NOSTRE NAVI

I nostri servizi hanno conversazioni – “catturate” con strumentazione specifica tra le zone di Misurata e Bengasi – che i nostri intercettori navali e il nostro intero sistema di traghettamento dei profughi , sono tenuti sotto stretto controllo, quando non stimolati, dalle milizie Libiche affiliate a ISIS . Ogni spostamento navale viene registrato e comunicato, in modo da rendere più breve e sempre a colpo sicuro il tragitto dei barconi. Le milizie dell’Isis possono contare su esperti in ogni settore delle tecnologie», spiega una fonte dell’antiterrorismo, «ma è una sorpresa scoprire quanto accurata sia la capacità di prevedere le mosse delle nostre forze di difesa».
APPARECCHIATURE AMERICANE NELLE MANI DEI MILIZIANI
Alla fine del 2014 i soldati ISIS sono riusciti a mettere le mani su numerosi apparecchi radio di ultima generazione, il sistema Sincgars (Single Channel Ground and Airborne Radio System). Erano apparati che l’esercito statunitense aveva affidato alle truppe regolari dell’Iraq. Quei sistemi consentono di non essere intercettati e costituiscono un primo tassello di conoscenza sulle metodologie di comunicazione utilizzate negli scenari bellici.

Proprio le conversazioni audio finite nella mani dell’intelligence antiterrorismo sono state realizzate con il sistema “link ale”, una procedura di trasmissione radio che abbina i tradizionali canali Uhf alla tecnologia digitale. La tecnologia del sistema consente di scegliere la migliore frequenza in ogni istante. La rete ISIS ha a disposizione anche una batteria di telefoni satellitari criptati Thuraya, quasi impossibili da intercettare. Una partita di questi dispositivi è stata sequestrata dall’esercito algerino, alla fine di novembre: erano destinati ai capi islamici.

In una delle conversazione intercettate sembra viene citata Catania. Ricordiamo che nel maggio del 2013, su ordine della Procura di Bari, il comando operativo del Ros dei carabinieri, cattura una cellula qaedista e chiude un campo di addestramento. Ben Hassen, ex imam della moschea di Andria è arrestato a Bruxelles. Era lui a guidare la sua cellula da un call center di sua proprietà ad Andria. Il gruppo di Hassen, composto da due cittadini tunisini impiegati negli agrumeti della piana di Catania, a pochi chilometri dalla base Nato di Sigonella, sarà classificato come “allievi di stadio quinto”, ovvero personale già addestrato e in attesa della chiamata in guerra. Da Catania è partita l’indagine sulla infiltrazione di terroristi tra i migranti sbarcati in Sicilia, quando tre egiziani vengono fermati dalla Digos e nei loro cellulari viene ritrovata una foto che li ritrae mentre imbracciano un kalashnikov.

Per gli investigatori, è un “segnale” di riconoscimento da mostrare ai “basisti” presenti sul territorio e legati alle cellule terroristiche dell’Isis.

Chi scappa dalla guerra non può essere considerato alla stregua di un terrorista, spiega il magistrato siciliano che segue le inchieste sull’addestramento, ma tra loro è facile trovare ex combatenti. Nell’ultimo periodo, con l’arrivo di almeno centomila profughi dalla guerra, un quarto di loro si può classificare come soggetto radicalizzato, non terroristi o militanti, ma uomini e donne con una precisa idea politica.

procedure per le identificazioni
L’attuale normativa obbliga i migranti a richiedere il diritto d’asilo nel Paese dove sono sbarcati.
E’ necessario pensare ad accordi bilaterali con i paesi dove i clandestini vogliono trasferirsi. In realtà quasi nessuno vuole restare in Italia e la gran parte di queste persone spera di ricongiungersi con i propri nuclei familiari. Per le autorità libiche l’avanzata dell’Isis lungo la costa libica ha consentito ai miliziani di controllare i porti e impossessarsi così del lucroso business del traffico clandestino di esseri umani. Da Derna, ai confini con l’Egitto, passando per Bengasi e Sirte, le truppe tagliagola ora occupano anche Sabrata e controllano i porti di Harat az Zawiyah, Zawiyah e persino Zuara, principale piattaforma delle rotte di migranti diretti verso la Sicilia e Malta.

Dal porto egiziano di Damietta, in Egitto, partono ogni settimana decine di pescherecci diretti verso le coste libiche: sono i barconi-taxi. La gestione delle rotte migratorie e il contrabbando di petrolio assicurano all’Isis entrate pari a quasi tre milioni di dollari al giorno. Ogni clandestino è pronto a lasciare nelle casse dell’Isis una somma che varia dai 2000 ai 6000 dollari. Ancor piùredditizio il contrabbando petrolifero: la produzione di quasi 50 mila barili al giorno rende una cifra compresa tra i 25 ai 60 dollari a pezzo.

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