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Pubblicato il 16/02/2015

ISIS E’ A SUD DI ROMA

ISIS AVEVA PREANNUNCIATO TUTTO
I connazionali evacuati con un mercantile
Chiusa l’ambasciata
Conquistata Tripoli

L’Isis avanza in Libia e minaccia
«Attenti, siamo a sud di Roma»

BANDIERE nere dell’Isis nel cuore di Tripoli e decapitazioni di massa. Un sito vicino ai miliziani di al Baghdadi ha postato su Twitter, secondo al Jazeera, un video che mostra l’uccisione dei 21 copti egiziani rapiti a Sirte il giorno di Capodanno. Gli ostaggi in tuta arancione sono obbligati a chinarsi e poi vengono sgozzati.
«Il popolo della croce recita una didascalia seguaci della ostile chiesa egiziana».
Rita Katz, direttrice di Site, specializzato nella traduzione di testi arabi, ha reso noto che il titolo del filmato è «Un messaggio alla Nazione della Croce firmato con il sangue ».
«Prima ci avete visto scandisce lo speaker su una collina della Siria, oggi siamo a sud di Roma, in Libia». «Avete buttato aggiunge il corpo di Osama bin Laden in mare, mischieremo il suo sangue con il vostro». La telecamera inquadra le acque del mare arrossate dal sangue delle vittime. L’intelligence americana ha confermato al New York Times che i miliziani del sedicente Califfo Abu Bakr al Baghdadi hanno succursali in Libia, in Algeria,in Egitto e in Afghanistan.
A Sirte sarebbero mille e hanno intimato a tutte le altre milizie di abbandonare la città dopo aver occupato due stazioni radio, la televisione di stato «Libya», l’ospedale Ibn Sina, il palazzo dell’autorità che rilascia i passaporti e quello della sicurezza sociale e il complesso della Conferenza di Ouagadougou. Nelle strade della città sono stati distribuiti volantini nei quali i jihadisti annunciano un attacco a Misurata, la terza città del Paese. A NAWFALIYA, 145 chilometri a est di Sirte, si sono esibiti armati di mitra e di lanciarazzi sui loro pick up, in una sorta di parata. La rapida puntata verso ovest però sarebbe stata innescata da rovesci subiti a Bengasi. Venerdì nella capitale della Cirenaica, riconquistata in gran parte dall’Esercito Nazionale Libico (in sigla inglese Lna) sono scese in piazza almeno 400 persone che chiedevano la nomina del generale Khalifa Haftar, 74 anni, rientrato dopo un lungo esilio negli Stati Uniti, al vertice delle Forze Armate. I dimostranti hanno bruciato bandiere della Turchia e del Qatar e anche una foto dell’ambasciatrice statunitense a Tripoli Deborah Jones. La notizia della promozione di Haftar alla testa dell’esercito è stata poi smentita da Mosab al Abed, vicepresidente del parlamento di Tobruk. Secondo l’architetto Mohammed Suleiman, un maggiorente della città, Derna, roccaforte dell’Isis dichiarata emirato in ottobre, è completamente circondata dalle truppe regolari. La marcia dei miliziani in nero verso l’ovest potrebbe provocare un riavvicinamento fra i due governi libici che si sono sanguinosamente combattuti in questi mesi, quello di Tobruk e quello di Tripoli, vicino ai Fratelli Musulmani e guidato da Omar al Hassi, probabile obiettivo dell’assalto del 27 gennaio all’hotel Corinthia messo a segno dai guerriglieri di «Provincia di Tripoli». IL MINISTRO dell’interno Omar al Zanki ha proposto alle brigate di Misurata, vicine ai Fratelli Musulmani, di «unire le forze contro la grande minaccia dello Stato Islamico». Il grande incendio innescato da una bomba piazzata sull’oleodotto che collega i campi petroliferi di Al Sarir a al porto di Hariga è stato domato. Nella capitale sono stati rapiti il presidente della Commissione nazionale per i diritti umani Alhadi Ben Taleb e il suo collaboratore Ali Alosta.
BANDIERA.ISIS.ROMA

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