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Pubblicato il 27/05/2015

ISIS: GUERRIGLIA E CELLULE DORMIENTI. COSI’ BATTONO GLI ESERCITI IRAQENO E SIRIANO

PARMA- Hamid Shandoukh è un giovanissimo tenente colonnello della polizia irachena. Racconta al Washington Post che le truppe e le forze speciali irachene sono state colte di sorpresa dall’avanzata nemica. I miliziani dell’Is hanno attaccato come sempre, facendosi largo con 17 veicoli esplosivi e indossando uniformi della polizia irachena. Avevano in città cellule dormienti, subito attivate. Le strutture dell’esercito regolare sono collassate, circondate e ghermite dai miliziani jihadisti. Non ha funzionato il comando, né tanto meno l’organizzazione. È mancato completamente il sostegno aereo: gli iracheni non hanno aviazione, né elicotteri da combattimento in prima linea, l’arma di tutte le controguerriglie.
Anche gli alleati hanno sbagliato, sottovalutando. Gli americani sono sempre più in difficoltà a individuare i bersagli giusti al momento opportuno. Non hanno intelligence a terra, né RRAO che segnalino ai bombardieri che cosa, dove e quando colpire. Il premier al-Abadi si era illuso. Sperava che almeno le unità d’élite tenessero. Aveva a Ramadi alcuni degli uomini migliori. La “Divisione oro” è stata addestrata dai Berretti Verdi dell’Us Army, dopo un iter selettivo estremamente rigoroso. Anche le armi sono nuove, arrivate dagli States attraverso il canale rapido Fms. Ma neanche i pretoriani più fidati hanno dato filo da torcere ai miliziani.
L’Is sta facendo saltare molti schemi operativi del debolissimo esercito iracheno, specchio della fragilità dello Stato centrale e del settarismo sciita. I comandi non sono all’altezza, né mai lo saranno a breve termine. Gli ex baathisti sarebbero stati preziosi, ma stanno purtroppo dalla parte sbagliata, liquidati troppo sbrigativamente dagli americani. Impera lo spettro di Mosul e della tragica primavera 2014. Contro un nemico dinamico come lo Stato islamico, le truppe irachene si stanno rivelando poco mobili: i battaglioni, gonfiati a dismisura, dipendono dalla logistica civile. Non sanno manovrare, né tanto meno gestire scenari di guerra urbana, soprattutto nelle province sunnite.
Qui molti nodi vengono al pettine. Anche a Ramadi mancava il sostegno della popolazione, un elemento chiave, fra i più decisivi nel determinare la vittoria o la sconfitta finale.

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