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Pubblicato il 19/02/2015

ISIS PRONTO AD ATTACCARE LE NAVI ITALIANE

LA NAZIONE del 19 Febbraio 2015
«Pronti ad assaltare le vostre navi»
Italia nel mirino, il piano del Califfo

Nuove carte dello Stato islamico: portare il caos nel sud Europa

Alessandro Farruggia
GLI SBARCHI dalla Libia sono aumentati del 59% nei primi mesi del 2015, denuncia il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. E c’è chi, stavolta dal mondo arabo, torna a suggerire il pericolo di infiltrazioni terroristiche. «C’è il rischio che barconi di terroristi arrivino sulle coste italiane», denuncia l’ambasciatore egiziano in Inghilterra, Nasser Kamel. Che per accreditare la tesi aggiunge che «Sirte si trova a soli 300 chilometri dall’Italia». In realtà Sirte è esattamente al doppio: 603 chilometri da Lampedusa (e 628 chilometri dalle coste meridionali ragusane). A essere a 300 chilometri da Lampedusa (e a 460 dalla Sicilia) è Tripoli, dove però i tagliagole dello Stato islamico è tutto da vedere se mai arriveranno. Questo non significa che il rischio teorico come affermò a suo tempo Gentiloni non esista. Ma, come ha detto ieri il direttore del Dis, l’ambasciatore Giampiero Massolo, a tutt’oggi «non abbiamo evidenza di un nesso diretto tra sbarchi e terrorismo internazionale». AL DI LÀ della posizione, tutta politica, dell’ambasciatore egiziano, a rilanciare l’allarme è in particolare un documento propagandistico dell’Isis trovato sul web e tradotto dalla Quilliam Foundation, think tank antijihadista inglese. È interessante perché fa capire che la questione è ben presente ai jihadfisti. «La Libia scrive Abu Ahim al Libim ha una lunga linea di costa che affaccia sugli Stati crociati del sud Europa, che possono essere raggiunti anche con imbarcazioni rudimentali. L’immigrazione illegale dalle coste libiche è massiccia e secondo molti di questi immigranti è facile passare attraverso le maglie della vigilanza marittima e arrivare nelle città. Se questo fosse anche solo parzialmente sfruttato e sviluppato strategicamente, il caos potrebbe essere portato nell’Europa del Sud. E potrebbe anche accadere che si arriverebbe ad una chiusura del traffico marittimo a causa degli attacchi alle navi crociate e alle petroliere». L’ipotesi di attacchi alle navi da crociera è remota, perché, come ricorda l’ad di Msc Crociere «non abbiamo navi che incrociano in quella zona». Più concreta l’ipotesi che possano essere attaccate navi mercatili dirottate dalla Marina militare o dalla Guardia Costiera italiana o maltese o greca per prestare assistenza ai barconi. NON PUÒ essere escluso neppure l’attacco a pescherecci oppure a navi dello stesso dispositivo di soccorso. Non a quelle della Marina militare italiana, ben difese, ma a unità civili come la Phoenix I nave di 43 metri gestita dall’ong maltese Moas, creata dall’imprenditrice italiana Regina Catrambone e dal marito Christoper, americano che fino all’11 novembre (ma a primavera pianifica di ripartire) ha prestato assistenza a migliaia di migranti nel canale di Sicilia. E che era assolutamente disarmata.

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