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Pubblicato il 06/08/2014

ITACA 2: IL COI CONTINUA IL RIENTRO DEI MATERIALI ITALIANI. AMERICANI ED INGLESI DISTRUGGONO O VENDONO SUL POSTO


Camp Bastion-Helmand-Afganistan- alcune tra le apparecchiature in vendita: un camion, una lavanderia da campo alimentata con generatore , containers frigo e tende

PARMA- Abbiamo parlato più volte della imponente operazione “ITACA2” ovvero del rientro dei materiali che l’Italia ha accumulato in dieci anni di presenza in Afganistan. Se ne occupa il COI, comando operativo interforze, così come ha gestito tutti gli spostamenti di di mezzi e uomini in questi anni, verso i teatri operativi.
Entro la fine dell’anno la missione dovrà essere terminata: la nostra presenza si è ridotta a circa 2000 soldati; sono state chiuse tutte le basi minori, trasferite alle forze locali.

In questi giorni sono stati smontati dagli specialisti gli ultimi 4 CH-47 che rientreranno prossimamente in Italia a bordo degli Antonov noleggiati dalla Difesa, organizzati da uno spedizioniere privato. È stato calcolato che in quasi otto anni d’impiego operativo sopra i cieli dell’Afghanistan i CH abbiano trasportato 6.600 tonnellate di mezzi e materiali, per un totale di 5.600 ore di volo effettuate. Uno dei primi interventi sarà quello delle manutenzioni straordinarie. Il chinook sarà presto sostituito con versioni più moderne e sono in corso gli ordini, ma i Lince, I Buffalo e tutto il resto è stato sottoposto ad un impiego operativo intenso e andranno spese tanti soldi per i “tagliandi”.

Due mesi fa erano rientrati gli aerei da combattimento Amx: dapprima furono schierati i Tornado. In sei anni di attività, hanno effettuato 3.583 sortite per un totale di 10.526 ore di volo. L’ultima operazione qualche giorno prima del rientro: hanno colpito e distrutto un ripetitore radio posizionato sui rilievi meridionali del distretto di Gulistan e utilizzato dai talebani per coordinare gli attacchi contro le forze di sicurezza afghane.

ITACA 2: LA PIU’ IMPONENTE OPERAZIONE LOGISTICA DALLA SECONDA GUERRA MONDIALE
Finora sono già rientrati 2 elicotteri da trasporto CH-47 e 3 elicotteri da combattimento A129 Mangusta, 4 aerei Amx dell’Aeronautica, 5 grossi mezzi antimina Buffalo e Cougar del Genio, 420 blindati leggeri Lince, 9 blindati pesanti Freccia, 17 cingolati Dardo. Nel complesso sono state rimpatriate 11.000 tonnellate tra mezzi e container.
Uno sforzo anche economico, solo parzialmente rimasto “in casa” ovvero gestito direttamente o con mezzi propri delle forze armate: mancano aerei e navi militari ed è necessarioi, come per altri eserciti, rivolgersi a fornitori privati.Nel caso italiano , ma non solo, si è preferito utilizzare la “mediazione” di civili.

LE ECCELLENZE LOGISTICHE MILITARI SI RIVOLGONO A SPEDIZIONIERI CIVILI
Dal’inizio della missione i precedenti ministri hanno stipulato convenzioni di assistenza al trasporto con spedizionieri civili.
Uno di questi, che assorbe la grande maggioranza del lavoro, si chiama SAIMA SPA, che non possiede nemmeno uno dei mezzi impiegati.
Lo spedizioniere è un “architetto del trasporto”, come recita la formula che definisce la professione, ed immaginiamo che sia questo il motivo che ha indotto i ministri precedenti ad affidare questa sorta di “esclusiva”, talvolta contestata dall’altro operatore JAS (capitale giapponese) , che ha preteso ed ottenuto una piccola fetta di lavoro.

Gli espertissimi uomini del COI, le cui competenze d sono di altissimo profilo e fortemente specializzate, non avrebbero alcun problema a “trattare” prezzi, arrivi e partenze ( e carichi) direttamente con le compagnie aeree e marittime, ma in virtù del contratto esistente devono rivolgersi al “mediatore” SAIMA che nel frattempo è stato venduto ad una società danese; da 1 anno infatti SAIMA , azienda italiana, appartiene alla DSV, la cui sede è a Copenhagen. Dopo l’incorporamento, Saima ha cambiato nome dappertutto tranne che in Italia, per salvaguardare i contratti in corso. E’ naturale che il mediatore, per giunta semi-esclusivo, pratichi tariffe maggiorate rispetto a quelle che potrebbe ottenere il cliente che volesse trattare direttamente con i vettori.

I NUMERI DEGLI SPOSTAMENTI
Secondo gli esperti del COI , Itaca 2 è circa al 60%: sono state caricate sinora 16 navi commerciali; 684 voli privati Ilyushin 76, 1 volo del C17; 1 volo di un Antonov 124; 9 voli dei nostri C-130, dedicati al trasporto di armi, munizioni ed esplosivi.

AMERICANI ED INGLESI ABBANDONANO, DEMOLISCONO O VENDONO SUL POSTO
Gli americani demoliscono sul posto: dovendo smantellare ben 800 basi, hanno semplicemente distrutto 300 mila tonnellate di materiali. Veicoli, generatori, mezzi corazzati, container, mobili. Tutto è finito polverizzato sotto i cingoli di mezzi pesanti. Non hanno voluto lasciare materiali che potevano finire nelle mani degli insorti; non ritenevano di dare altro alle forze armate afghane.

Gli inglesi hanno aperto un
SITO WEB che mette in vendita apparati non sensibili, che l’acquirente dovrà prelevare sul posto, assistuito da uno spedizioniere esclusivista ( anche loro!!!)

L’Italia preferisce riportare a casa il più possibile, per evitare il riacquisto in patria. È stato stimato che la Difesa dovrà noleggiare ancora sul mercato privato altre 5 navi commerciali; 288 viaggi dell’Ilyushin 76; 6 voli del C17; 6 voli dell’Antonov 124; una quarantina di voli del nostro C-130.

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