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Pubblicato il 07/03/2014

ITALIA: PIENA DI TERRORISTI “FAI DA TE”??


PARMA- I SERVIZI italiani li definiscono attentatori autonomi, ovvero terroristi fai-da-te, non appartenenti ad alcuna rete estremistica, ma capaci di auto-indottrinarsi, addestrarsi e realizzare ordigni attraverso informazioni racimolate nei siti dello Jihad elettronica presenti su Internet.
Secondo la Relazione dei Servizi di informazione e sicurezza (Dis, Aisi e Aise), sono un pericolo reale e pronto a manifestarsi. La relazione della nostra intelligence è stata consegnata ieri in Parlamento e passa in rassegna la situazione italiana e internazionale sotto il profilo delle potenziali minacce.

RIENTRANO ANCHE I REDUCI PARTITI DALL’ITALIA PER ANDARE A COMBATTERE CONTRO ISAF
Alta anche la preoccupazione per il ritorno di reduci dei teatri dello Jihad: Siria, Somalia e Mali.
Personaggi che hanno acquisito dimestichezza con armi ed esplosivi e potrebbero importare le loro conoscenze pe rusarle in Italia.

Nelle province afghane di Herat e Farah Afghanistan la minaccia è rimasta molto significativa, a causa del considerevole rischio di attacchi contro le installazioni e i reparti di Isaf.

Nel territorio nazionale, invece, viene segnalato l’attivismo della galassia anarcoinsurrezionalista del Fai/Fri, che ha iniziato l’invio di pacchi bomba, mostrando «la fattibilità di una ripresa della campagna terroristica ». Gli obiettivi che, secondo i servizi italiani, potrebbero essere presi di mira vanno da forze dell’ordine, magistrature e strutture detentive fino a enti economico finanziari e media. Anche sul fronte No Tav, il rischio «di salti di qualità sarebbe collegato soprattutto a interventi di matrice anarco-insurrezionalista ». Inoltre, «in chiave ambientalista » spuntano alcune proteste destinate ad assumere «crescente spessore, tra cui la mobilitazione dell’antagonismo lombardo contro l’Expo di Milano del 2015». La crisi economica, infine, aumenta il timore di proteste eclatanti. E sul fronte mafioso, desta allarme il «forte interesse» delle cosche per infiltrarsi «nel settore dei giochi e delle scommesse».

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