OPINIONI

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Pubblicato il 01/05/2015

JIDAHISTI ASSALTANO MILANO. LA POLIZIA NON INTERVIENE . SIAM PRONTI ALLA VITA L’ITALIA CHIAMO’

Il Dente Avvelenato

Milano 1 Maggio-Jihidaisti assaltano la città nel giorno dell’EXPO. La Polizia ha ordine di non intervenire. Devono guardare da lontano , senza entrare con loro in contatto, 200 delinquenti jidahisti( tute e bandiere nere) che hanno devastato il centro, incediato auto, sfondato vetrine dei negozi e delle banche e imbrattato muri e pensiline.
11 feriti tra le forze dell’ordine, nessuno tra i teppisti. Dietro la Polizia, decine di giornalisti scattavano foto e –forse- aspettavano lo scatto al poliziotto col manganello per denunciarlo. Sguazzavano nel casino cui sono/siamo abituati e che molti di loro giustificano chiamandolo libertà. Tutto secondo il copione di chi voleva forze dell’ordine mansuete ed i jhidaisti liberi di scorazzare. Nessuno li tocchi, sennò andiamo nei guai addirittura a Bruxelles. Plaude la stampa: bravi poliziotti che non avete ceduto alle provocazioni e avete –cito testualmente- “spezzettato i teppisti in tanti gruppetti” . Dimenticava ,lo stratega, un effetto collaterale: ognuno degli “spezzettati” ha devastato quello che incontrava, come la scheggia di una bomba. E io che pensavo che i gruppi andassero circondati, contenuti e neutralizzati. Bravo il questore che dichiara: “volevano distrarci con diversivi per sguarnire i presìdi,ma non abbiamo abboccato”. A lui Napoleone gli fa un baffo: non ha ceduto di un millimetro,astuto come una faina, davanti alle urla dei milanesi che imploravano di proteggere le loro case, le auto, le vetrine, i portoni. Pensavo che il questore fosse munito di forze di riserva. Mi sbagliavo. Bravo anche Lui,però, secondo la stampa: nessun ferito, nessun “ torturato”, quindi.
I cittadini di Milano sono stati oggetto di omissione di atti di ufficio da parte dei capi della sicurezza.
I jihdaisti che hanno agito senza freni e che si vestono di nero come i tagliagole, erano stati fermati ieri dalla polizia e scarcerati dai giudici, lo stesso giorno. Intanto, l’Expo ci fa sentire un nuovo inno d’Italia trasformato in coro di montagna con ritmi e parole diverse.
”SIAM PRONTI ALLA VITA ,L’ITALIA CHIAMO’ , cantano i bambinetti perbene; chissà se sono figli di dirigenti e funzionari dell’expo. Nel frattempo la gente fa la fila per vedere il grande parco giochi con palazzi sbilenchi frutto di visioni strapagate di archistar. L’Italia, mi dicono, sarà rappresentata da un “albero della vita” che assomiglia allo scheletro altissimo di un olivo bruciato a Hiroshima. Ogni padiglione di cartongesso racchiude messaggi sfuggenti,con simbolismo rudimentale ed inutile. A Las Vegas sanno fare di meglio. Una gara a chi la spara più grossa.più sbilenca, più incomprensibile.

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