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Pubblicato il 01/11/2015

La Citta’ di Jesi intitola un piazzale alla M.A.V.M Luciano Maiolatesi, Leone di El Alamein

” In questo momento in cui dovrò affrontare una nuova prova penso a Lei che mi ha insegnato di essere forte, di amare tanto la Patria. Prima di venire qui a Bologna per farmi animo ripassai tutte le Sue lettere, le lessi e rilessi perché in esse trovo la mia giovinezza, la mia forza e soprattutto il bene che Lei Signor Comandante ha per me” Testo della lettera scritta da Luciano Maiolatesi al suo vecchio Comandante Magg. Zanninovich la sera prima dell’intervento per l’amputazione della mano e avambraccio dx.

gagliardetto.folgore

di Mauro Piccioni
ANCONA -DOMENICA 8 novembre in occasione delle celebrazioni della “giornata dell’Unita’ Nazionale e delle Forze Armate” la Città di Jesi intitolerà il piazzale del Centro Commerciale Gallodoro al caporale paracadutista M.A.V.M. Luciano Maiolatesi. Tracciare sinteticamente il profilo e la storia di Luciano Maiolatesi, nato il 2 aprile 1920 a Belvedere Ostrense dove una via è già a lui intitolata, non è cosa semplice visto lo spessore morale ed umano di colui che è un esempio di vita passata al servizio del paracadutismo e della comunità.

A vent’anni appena compiuti Luciano, il 1 luglio 1940, raggiunge, tra i primi, Tarquinia e viene arruolato nel I Btg al Comando del Ten.Col. Bensi e inquadrato nella 6^ Compagnia Grifi. Dopo due anni di intenso addestramento segue, nel luglio 1942, la Divisione Folgore in A.S. e con la sua Compagnia viene distaccato al Raggruppamento Ruspoli (quota 105).
La sua postazione fu tra le prime a ricevere l’urto dell’assalto delle forze nemiche; in questa occasione rifulse l’eroismo di Luciano Maiolatesi che, benché gravemente ferito, resistette una notte intera opponendosi a forze preponderanti con il fuoco calmo e preciso della sua Breda 30 e lasciandosi catturare  alle prime luci dell’alba solo ed unicamente per esaurimento delle munizioni.
Sommariamente curato in ospedale da campo inglese, rientra in Italia a seguito di scambio di prigionieri. Per lui il suo Comandante Maggiore Zanninovich chiese ed ottenne la M.A.V.M. per l’eroismo dimostrato in combattimento. E’ al Maggiore Zanninovich che Luciano scrive l’ultima lettera vergata con la mano destra prima che la stessa venga amputata in seguito alle gravissime ferite riportate. Nel primissimo dopoguerra Luciano viene impiegato nel Comune di Jesi, Città in cui è vissuto fin dalla prima infanzia e nella cui squadra di calcio ha militato fin da giovanissimo, come commesso comunale di cui diventerà capo negli anni a seguire. Stimato e benvoluto dai suoi concittadini viene eletto Presidente della sezione A.N.P.d’I di Ancona nel 1975 rimanendo in carica fino al 1991 anno della sua dipartita.

Per poter descrivere l’opera svolta da Maiolatesi a favore del paracadutismo e della Sezione di Ancona occorrerebbe scrivere un intero libro. Basti pensare come durante la sua presidenza sia triplicato il numero dei soci, come sia stato in grado di creare saldi rapporti con le istituzioni meritando stima e rispetto per se e per l’Associazione, come lui Folgorino abbia fatto riemergere dal quasi oblio il sacrificio e l’eroismo dei “ragazzi” della NEMBO nel corso della Battaglia di Filottrano contribuendo in maniera significativa a dare un posto nella Storia a tale evento e senza dimenticare come, fin dalla fine degli anni settanta, abbia intessuto stretti rapporti di amicizia gemellando la Sez di Ancona con le sezioni UNP di Thionville (Francia) dei paracadutisti tedeschi di Merzig e dei Paracommandos Belgi della Regione del Luxembourg quasi precorrendo la costituzione e gli ideali che oggi animano la UEP. Per chi oggi ha raccolto la sua eredità, il compito non è semplice, ma il ricordo
del suo esempio è uno stimolo costante a continuare a percorrere la strada indicata da Luciano.
LA MOVM FERRUCCIO BRANDI LO SALUTO’ MILITARMENTE : “UN ONORE AVERLO AVUTO AL MIO COMANDO”
La stima e il rispetto che riceveva ma che in altrettanta misura trasmetteva a chi ha avuto il privilegio di conoscerlo e con lui collaborare può essere riassunta in un aneddoto avvenuto a metà anni ottanta ad un Raduno Nazionale a Viterbo: al termine della cerimonia all’ ingresso dell’Aeroporto di Viterbo, dove la sezione di Ancona si recava per consumare il rancio, la M.O.V.M. Ferruccio Brandi, ferma il pullman che trasporta i paracadutisti marchigiani e i loro familiari, e anticipando il presidente Maiolatesi, che nel frattempo stava scendendo dal mezzo, si mette per primo sugli attenti saluta militarmente e abbraccia colui che, testuali parole del Gen. Brandi, ebbe l’onore di avere al suo comando a El Alamein.

 

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la MAVM Maiolatesi, a destra nella foto

MOTIVAZIONE DELLA MEDAGLIA D’ORO

<Caporale paracadutista mitragliere capo arma già distintosi per intelligenza ed ardimento in precedenti azioni, attaccato da forze preponderanti contribuiva col fuoco calmo e preciso della sua arma a respingere un accanito attacco. Nuovamente attaccato, sorpassato, ma non sopraffatto dal numero e dai mezzi, continuava a rimanere al suo posto ed a dirigere il micidiale fuoco della sua arma. Gravemente ferito, esaurite le munizioni, rimasto con pochi valorosi, persisteva in tenace lotta a colpi di bombe a mano finchè riusciva, in virtù di audacia e stoica fermezza, a rintuzzare l’aggressività dell’attaccante. ( A.S.24 ottobre 1942)>

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