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Pubblicato il 22/12/2013

LA ESFILTRAZIONE DEI CITTADINI ITALIANI ED EUROPEI GRAZIE AL SUPPORTO DELLA BASE ITALIANA DI GIBUTI


Il porto di Gibuti, poco distante dalla base italiana. La Mondial Express di Parma, spedizioni internazionali, spedisce materiali civili di aziende europee destinati ai contingenti non solo italiani, utilizzando il proprio network, presente in tutte le nazioni del corno d’Africa. sotto: uno dei convogli diretti alla base.

Parma- Elementi del nono reggimento col Moschin e del Goi , stabilmente impiegati nella Base italiana di Gibuti, hanno condotto, a bordo di un C130 della 46ma aerobrigata di Pisa, una operazione di esfiltrazione di cittadini italiani e di altri paesi europei, tra dipendenti di alcuni uffici consolari, qualche viaggiatore e imprenditori residenti stabilmente nell’area.
I nostri concittadini sono ripartiti dall’aereoporto di Gibuti con un Boeing AK 767 che li ha portati eiri a Ciampino .

L’intervento in Sudan, si è risolto senza feriti nè danni per i nostri concittadini nè per gli operatori eD i loro mezzi mezzi. Mentre scriviamo ci giunge notizia , a riprova della pericolosità della situazIone, che una operazione simile organizzata dagli americani con l’uso di tre Osprey ( convertiplano) si è conclusa col ferimento di quattro Navy Seals e il danneggiamento di due velivoli.

La localizzazione di una base a italiana a Gibuti doveva rispondere proprio alla esigenza di tempestività per interventi a protezione degli interessi italiani nel corno d’Africa e nelle aree circostanti, interessate quasi stabilmente da guerre civili e terrorismo; la base, inoltre è un appoggio logistico per le forze italiane di protezione delle flotte mercantili. Da Gibuti, lo ricorderete, sono partiti Girone e La Torre e nella base ruotani le squadre di paracadutisti del 186mo impiegate nella sicurezza degli uomini e della struttura della missione EUTM (UE) Mogadiscio.

Al trasporto di consistenti quantità di materiali civili per la costruzione della base ha dato -e continua a darlo- un contributo logistico la Mondial Express di Parma.(nella foto sopra: uno dei convogli destinati alle basi militari dei vari eserciti della Nato.

LA ZONA PIU’ CALDA E UMIDA DEL MONDO
La base italiana nasce su una superficie di 5 ettari, nel mezzo di un’area desertica che gli fatto guadagnare il primato di Paese più caldo del mondo.
Si tratta della prima vera base logistica operativa delle forze armate italiane fuori dai confini nazionali, come ha affermato l’ammiraglio Binelli, capo di SMD, quando l’ha inaugurata in Ottobre. Un «avamposto permanente» in un’area di «enorme importanza strategica», come ha detto il capo di Stato maggiore della Difesa. «Un’area destinata ad essere più importante e strategica di Suez e di Gibilterra», ha spiegato, ricordando le rotte attuali, e soprattutto future, dei traffici mercantili mondiali.
Molti Paesi, dal Giappone alla Francia, agli Stati Uniti, hanno istallato a Gibuti loro basi militari, per non parlare della Legione straniera, storicamente presente in quel lembo di Africa da molti lustri.

ECCEZIONALE LAVORO DEI GENIERI DEL SESTO REGGIMENTO
La realizzazione della base interforze italiana di Gibuti è stata affidata al 6/o Reggimento Genio pionieri di Roma (la Task force Trasimeno) che nell’arco di un paio di mesi, nel 2013, ha bonificato l’area, predisposto i servizi idrici ed elettrici e montato i primi alloggi. Sono arrivati in Settembre anche i materiali e le sstrutture spedite via mare dalla Mondial Express e consegnate sul cantiere dalla sua organizzazione , che opera da anni nel porto di Guibuti.

AREA SICURA MA VICINA AI “VULCANI” SOCIALI DELL’AREA
La Somalia dista 7 chilometri in linea d’aria dalla base-. La zona è caldissima anche metereologicamente , con umidità altissima.

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