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Pubblicato il 01/03/2018

LA MAGISTRATURA MILITARE CHIEDE DI ESTENDERE LE SUE COMPETENZE PER NON CHIUDERE

ROMA -Sono davvero pochi e quasi tutti marginali i reati di cui sono occupati gli uffici della magistratura militare secondo la relazione del presidente vicario della Corte Militare di Appello Gioacchino Tornatore, che ha preannunciato la possibilità della eventuale soppressione dell’Organo di giustizia militare per esiguità dei procedimenti e per questo propone che alla magistratura militare sia affidata una giurisdizione più ampia.
Potrebbe occuparsi, ad esempio di diffamazioni sui social, o degli insulti sessisti nei confronti delle donne militari. In molti casi si sono conclusi con condanne, in altri i procedimenti sono ancora pendenti.

La durata media dei procedimenti definiti, nel 2017, dalla Corte Militare di Appello, si attesta in 182 giorni (circa sei mesi). Nel corso del 2017 sono sopravvenuti 122 procedimenti, chiusi 109 procedimenti, con procedimenti ancora in corso a fine anni in 60 casi . Presso i tre Tribunali militari territoriali, di Roma, Verona e Napoli, risultano sopravvenuti 181 procedimenti (nello specifico, 69 a Roma, 57 a Verona e 55 a Napoli) e ne sono stati definiti 221, con una pendenza totale, al termine dell’anno, di 163 procedimenti. La Procura generale militare presso la Corte di Cassazione ha trattato, nel corso dell’anno in esame, 63 ricorsi.

Tornatore conclude: “Se il problema attuale della giustizia militare è quello di una ‘scarsa produttività’ di tale magistratura speciale, non determinata però da inefficienza e incapacità della stessa a fornire la risposta di giustizia che è lecito da essa attendersi, bensì dalla esiguità della materia attualmente affidata alla sua sfera di competenza, riteniamo che la soluzione non possa che essere una sola e sia sotto gli occhi di tutti”. Una riforma, secondo Tornatore, che dia e restituisca ai giudici militare competenze giurisdizionali di cui oggi si occupa la magistratura ordinaria.

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