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Pubblicato il 22/08/2015

LA MAPPA DEI VIAGGI PERICOLOSI

Molte zone che fino a poco tempo erano sicure adesso non lo sono più a causa dell’espansione dell’Isis: Tunisia, Egitto, Libano, oltre a Siria e Libia. Adesso anche la Turchia rischia, con gli attentati recenti. Poi le bombe sono arrivate anche in Thailandia. Inaccessibili agli occhi dei turisti sono le zone come Yemen e Iraq, Afghanistan, Pakistan, Corno d’Africa, Sudan, Congo.

Dalla bomba di Bangkok alla strage di Sousse, uno degli obiettivi del terrorismo internazionale sono proprio i viaggiatori: il turismo genera il 9% del Pil globale e un posto di lavoro ogni undici. Per alcuni Paesi è proprio il grande motore economico nazionale. L’idea di seminare il panico tra chi ama viaggiare potrebbe davvero mettere in ginocchio o rendere vulnerabile l’economia di molti Stati. L’Isis e i suoi foreing fighters questo lo hanno compreso a pieno. Non è facile poi riprendersi economicamente dal “trauma strage”: secondo il World Travel & Tourism Council, è tra gli 8 e i 26 mesi il tempo che serve a una destinazione per riprendersi da una bomba o da un disastro naturale.

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