OPINIONI

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Pubblicato il 07/10/2018

LA MARCIA DEMOCRATICA E ANTIFASCISTA ALL’INSAPUTA DI SAN FRANCESCO DI ASSISI

di Corrado Corradi

Siamo sicuri che San Francesco sarebbe stato contento di assistere alla marcia di Assisi per la pace?
Una marcia per manifestare una pace delle armi, una pace politica, sociologica, ecologica, economica, migratoria, una pace che riguarda tutto fuorché l’essenza della persona, lo spirito.
Lui che la fede l’ha vissuta in maniera cosi’ profondamente carnale e realistica da ottenere la dolorosa «grazia» (dico la GRAZIA!) delle stigmate, sigillo di una fede vissuta fin nei tessuti e negli anfratti del corpo e che ripudia le vuote parole che si sono sentite oggi in quel di Assisi.

Intervistati, i marciatori, hanno detto parole svuotate del loro contenuto e ne hanno fatto slogan per una eterea filosofia pacifista:
• La pace… ma vah!
• La fratellanza… Nostro Signore Gesù il Cristo, si esprimeva in una lingua semitica, l’aramaico, nella quale la parola fratello aveva ed ha un’altra valenza rispetto alla fraternité» sanculotta;
• La coscienza democratica… come se chi esprime un voto opposto ai marciatori ne é privo ;
• La libertà… forse di derivazione Gaber-pensiero per cui «libertà é partecipazione»… checcaspita significa? Booh!
• L’accoglienza… inquinata da una moda che predica l’accoglienza dell’immigrato, meglio se clandestino, ma ti fa dimenticare il nonno vecchietto che sbava… quello li é meglio sia accolto in una casa di riposo;
• La guerra nei confronti dei più deboli da fermare a tutti i costi… resta da stabilire che cosa s’intenda per i più deboli ma soprattutto cosa significa fermarla a tutti i costi.

Le solite parole che si ripetono e si rincorrono, parole uscite morte dalle bocche perché strumentali ad un unilaterale e dittatoriale modo di interpretare il mondo.

Vediamo perché quelle parole sono nate morte :
• La pace… qual’é il significato di pace? Tutti anelano alla pace, anche i ribaldi perseguono la loro pace, una pace da ribaldi nella quale non c’é posto per chi ribaldo non é; che fare in questo caso? Sottomettersi alla pace del ribaldo o ribellarsi e mandare al diavolo quella falsa pace alla quale i pacifisti oppongono la sbiadita bandiera arcobaleno e la parola pace svuotata delle armi che la difendono?
• La fratellanza… rimanda al concetto massonico del fratello intellettualmente eletto in mezzo a una umanità di persone che intellettualmente elette non sono… che é la parodia del cristiano «ama il prossimo tuo come te stesso » (che implica una profonda conoscenza di se e un’ancor più profonda umiltà) ma anche dell’eguaglianza e della democrazia. I fratelli, per i sostenitori di quella fratellanza, sono solo coloro i quali la pensano come loro… io che i clandestini li ricaccerei a casa loro a calci nel sedere e che sono contrario all’accoglienza a tutti i costi, non sono già più considerato fratello, anzi nemmeno un prossimo ma solo una persona da rieducare possibilmente con lo stesso lavaggio del cervello dei nonni di quei fratelli, i funzionari sovietici e le loro peggiori strumentali creature, i sessantottardi.
• La coscienza democratica… che coscienza democratica é quella delle boldrini (anch’essa alla marcia di Assisi) le quali sono in linea con quanto asserito da uno dei grands commis dell’UE che, infastidito per il voto del 4 marzo scorso, ha chiosato «il mercato insegnerà agli italiani come votare»? Questa é la coscienza democratica dei marciatori di Assisi, il cittadino (essendo considerato potenzialmente idiota) deve votare come vogliono loro altrimentI la democrazia é in pericolo.
• L’accoglienza… ma che pacifisti sono coloro i quali vogliono imporre per legge l’obbligo di essere accoglienti? E che accoglienza é quella che accoglie a prescindere giovani tra i 25 e i 35 anni che per premessa sono:
 delinquenti inquanto hanno scelto per emigrare le procedure dal peggior contrabbando;
 codardi perché a 25-35 anni difendi il tuo paese o il tuo villaggio, non fuggi;
 in malafede perché appena sbarcano praticano la tracotanza nei confronti degli ospiti quando non la delinquenza tout-court.
• La guerra nei confronti dei più deboli «da fermare a tutti i costi» e su questo sono anche daccordo pero’, c’é un pero’, chi sono i più deboli?
 Gli insorgenti di Al Nousra che combattono il dittatore Assad oppure Assad e il popolo siriano a lui fedele ferocemente combattuto sia da Al Nousra che dai peana dei pacifisti de noantri?
 I migranti clandestini incistati da noi che non esitano a delinquere e a praticare sexual arrassement nei confronti delle donne europee da loro considerate «bottane» ?
E quel «a tutti i costi», non puzza di minaccia di guerra giusta?

La pace di San Francesco non é quella degli slogan sparati da sorridenti marciatori perché la pace non é uno slogan senno’ San Francesco non sarebbe andato in Terra Santa al seguito dei crociati e per convertire l’emiro Al Kamil (che, per fortuna del Santo, era un sufi praticante e aveva in simpatia San Francesco).
E, non si sarebbe rotolato in un porcile per sancire la sottomessa obbedienza al Papa quando questo, ricevuto il giovane Francesco che, lacero e sporco del viaggio chiedeva l’approvazione della regola, avrebbe più o meno profferito «ma chi é costui, che vada in un porcile».
No, San francesco non era un hyppie e nemmeno un pacifista e, se tanto mi da tanto, mi sa che avrebbe avuto in dispetto i sessantottardi e i loro nipoti e, stante il carattere diretto (un po’ come San Pio) avrebbe mandato affanc… quella platea che riduce le parole a slogan e annacqua la fede.

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