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Pubblicato il 27/05/2019

LA NAVE “TRIESTE” VARATA LA SCORSA SETTIMANA SARA’ “AD ALTA CAPACITA’ DI SOCCORSO”

PARMA- Il progetto di Nave trieste fu specificamente definito dall’allora CSM Degiorgi come dichiaratamente per ” uso duale”, ovvero in grado di diventare nave per scopi civili. Lo dovette garantire per ottenere i finanziamenti necessari alla sostituzione parziel della flotta italiana, che era ormai invecchiata.
Vocazione confermata dai comunicati ufficiali: “Le caratteristiche costruttive e di armamento di nave Trieste le consentiranno di proiettare e sostenere – in aree di crisi – la forza da sbarco della Marina Militare e la capacità nazionale di proiezione dal mare della Difesa, di assicurare il trasporto strategico di un numero elevato di mezzi, personale e materiali e di concorrere con la Protezione Civile alle attività di soccorso alle popolazioni colpite da calamità naturali, essendo anche in grado di fornire acqua potabile, alimentazione elettrica e supporto sanitario – sottolinea Fincantieri -. L’Unità potrà inoltre assolvere le funzioni di comando e controllo nell’ambito di emergenze in mare, evacuazione di connazionali e assistenza umanitaria. Con oltre 1.000 posti letto disponibili, la nuova LHD sarà dotata di un ponte di volo per elicotteri, di circa 230 metri, per assicurare l’operatività di un battaglione di 600 uomini e di un ponte garage in grado di ospitare 1200 metri lineari di veicoli gommati e cingolati, sia civili che militari”. Che nave è? Ce lo dice

LA REPUBBLICA DEL 25 Maggio 2019 stralcio di un articolo di Gianluca De Feo

…..omissis…

Ma sulla Trieste, varata oggi a Castellammare, aleggia un grande dubbio: che nave è? O meglio che nave sarà. Perché tanti, tra esperti ed appassionati, continuano a credere che quella entrata in mare sia in realtà una nuova super-portaerei, seppur sotto mentite spoglie.

Ufficialmente la Trieste è una Lhd, acronimo inglese per indicare una portaelicotteri. Ed è nata con una vocazione profondamente umanitaria: una “nave di pace” ossia un’unità “a doppio uso”, pronta a mettersi al servizio della Protezione civile in caso di catastrofi. Le dimensioni sono maestose: 245 metri e un dislocamento di 33 mila tonnellate. Per avere un termine di paragone, l’attuale ammiraglia – la portaerei Cavour – si ferma a 27.900 tonnellate. Il costo preventivato, poi, è altissimo: 1.126 milioni di euro. Spesa giustificata dalle dotazioni. Come il bacino allagabile, che permette di caricare nel ventre della Trieste grandi mezzi da sbarco. O la strumentazione elettronica che include il più moderno dei radar: il Kronos, orgoglio della tecnologia nazionale, capace di scoprire missili balistici a oltre millecinquecento chilometri di distanza.

Per le missioni di soccorso, invece c’è un ospedale con tutte le apparecchiature diagnostiche e le sale operatorie per curare 28 malati gravi. In più, ci sono altri 600 posti letto destinati ai nostri marines che in caso di necessità possono dare conforto a vittime di disastri, anche se le calamità dell’ultimo trentennio si sono sempre accanite su zone montuose lontane dal mare. Infine, lo spazio riservato a carri armati ed autoblindo può venire impiegato da ruspe, gru e ambulanze.

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