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Pubblicato il 22/01/2021

LA PENTOLA A PRESSIONE AFRICANA –

(Agenzia Nova) 22 22 gennaio 2021 – Sudan: È salito ad almeno 159 morti e 203 feriti il bilancio delle violenze scoppiate lo scorso fine settimana nello Stato del Darfur occidentale, in Sudan. È quanto riferito in un comunicato dal Comitato dei medici locali, secondo cui almeno 90 mila persone sono state sfollate. Secondo diversi testimoni, i miliziani si trovano ancora all’interno del campo per sfollati di Krinding, il luogo principale preso di mira dagli attacchi, mentre continuano a circolare video che mostrano case distrutte e ridotte in cenere. Il bilancio potrebbe peraltro essere ancora più grave dal momento che vi sarebbero ancora dei corpi all’interno delle abitazioni. Gli sfollati residenti nel campo sono fuggiti nell’area circostante e poco più della metà di essi si sarebbero rifugiati nella città di El Geneina, altri nei villaggi circostanti. Una quindicina di feriti sono invece stati trasferiti a Khartum. Nel frattempo il governo sudanese ha inviato a El Geneina un’équipe di specialisti e chirurghi per sostenere gli operatori sanitari locali nel soccorso dei feriti, mentre sono stati organizzati dei comitati di emergenza per organizzare gli aiuti alle vittime. La situazione, nel frattempo, resta estremamente tesa dopo che ieri uomini armati hanno attaccato la residenza del governatore del Darfur occidentale, Mohammed Abdalla Al Douma, prima di essere respinti dopo un’ora di conflitto a fuoco.

Uganda: Le settimane che hanno preceduto le elezioni generali in Uganda sono state caratterizzate da violenze diffuse e violazioni dei diritti umani. Lo ha denunciato l’organizzazione non governativa Human Rights Watch (Hrw), che in una dichiarazione diffusa oggi ha affermato che gli abusi includono uccisioni da parte delle forze di sicurezza, arresti e pestaggi di sostenitori e giornalisti dell’opposizione, interruzione delle manifestazioni dell’opposizione e l’oscuramento della rete Internet a livello nazionale. Secondo Hrw, dall’inizio della campagna elettorale, nel novembre dello scorso anno, le forze di sicurezza hanno represso i membri dell’opposizione e i giornalisti, arrestando arbitrariamente decine di persone, tra cui due candidati presidenziali dell’opposizione. Il rapporto cita l’incidente del 18 e 19 novembre scorsi in cui le forze di sicurezza hanno represso i manifestanti chiedendo il rilascio del principale sfidante di Museveni, Robert Kyagulanyi (meglio noto come Bobi Wine), nel quale sono morte 54 persone. “Un campo di gioco democratico per elezioni libere ed eque è stato assente in maniera preoccupante durante queste elezioni”, ha detto Oryem Nyeko, ricercatore africano di Hrw. “Invece di limitare la libertà di espressione, movimento e riunione, il governo ugandese dovrebbe adottare misure concrete per migliorare il rispetto dei diritti umani per tutti e rimuovere tutte le restanti restrizioni”, ha aggiunto.

Sudan:
Tre operatori umanitari sono stati uccisi durante le recenti violenze avvenute nello stato del Darfur occidentale, in Sudan. Lo ha affermato il coordinatore umanitario ad interim per il Sudan, Babacar Cissé, che in una nota ha affermato che “tre membri del personale di organizzazioni umanitarie, di cui uno con la famiglia al seguito”, sono stati uccisi durante l’attacco avvenuto lo scorso 16 gennaio. Cissé ha quindi sottolineato la necessità di sicurezza e protezione delle persone che ricevono e forniscono aiuti e ha chiesto che gli autori siano ritenuti responsabili. “Il governo e i partner di pace stanno compiendo grandi sforzi per far fronte a queste responsabilità, attivando il meccanismo tripartito congiunto e implementando il piano nazionale per proteggere i civili”, conclude la dichiarazione. Nel frattempo è salito ad almeno 159 morti e 203 feriti il bilancio delle violenze scoppiate lo scorso fine settimana nel Darfur occidentale. È quanto riferito in un comunicato dal Comitato dei medici locali, secondo cui almeno 90 mila persone sono state sfollate. Secondo diversi testimoni, i miliziani si trovano ancora all’interno del campo per sfollati di Krinding, il luogo principale preso di mira dagli attacchi, mentre continuano a circolare video che mostrano case distrutte e ridotte in cenere. Il bilancio potrebbe peraltro essere ancora più grave dal momento che vi sarebbero ancora dei corpi all’interno delle abitazioni. Gli sfollati residenti nel campo sono fuggiti nell’area circostante e poco più della metà di essi si sarebbero rifugiati nella città di El Geneina, altri nei villaggi circostanti. Una quindicina di feriti sono invece stati trasferiti a Khartum.

Etiopia: Due alti ufficiali militari del Fronte popolare di liberazione del Tigrè (Tplf) si sono arresi alle forze di difesa nazionale etiopi (Endf). Si tratta, secondo quanto riferito all’emittente “Fbc” dal direttore della divisione di indottrinamento dell’Endf, Mohammed Tesema, dei generali in pensione Mohamed Esha e Mulugeta Berhe, i quali si sono arresi pacificamente alle forze di difesa. I due ex ufficiali erano considerati i capi delle forze armate della giunta del Tplf, oltre che le menti dell’attacco avvenuto lo scorso 4 novembre alla sede del Comando settentrionale delle forze etiopi, attacco che aveva scatenato la rappresaglia del governo federale che ha poi lanciato l’offensiva militare nel Tigrè. La scorsa settimana le truppe dell’esercito etiope hanno ucciso l’ex ministro degli Esteri Seyoum Mesfin, ex membro esecutivo del Tplf. Lo ha annunciato il generale Tesfaye Ayalew, che dirige le Forze di difesa nazionali (Endf) nella caccia ai membri del partito ritenuti complici dell’azione della leadership, più volte definita “criminale” dal primo ministro Abiy Ahmed. Oltre all’ex ministro, l’esercito ha annunciato che nei combattimenti sono stati uccisi due altri alti funzionari del Tplf, l’ex capogruppo alla Camera Asmelash Woldeselassie, e l’ex ministro degli Affari federali Abay Tsehaye, oltre che del colonnello Kiros Hagos, descritto come un disertore.

Somalia: Il parlamento federale della Somalia ha chiesto al presidente Mohamed Abdullahi Farmajo di fare chiarezza sulla sorte di migliaia di militari somali che hanno ricevuto addestramento in Eritrea e di cui da due mesi non si hanno più notizie. I membri della commissione, secondo quanto riferisce il quotidiano “Garowe Online”, hanno chiesto in particolare al capo dello Stato di rendere nota la loro sorte e far sapere se sono vivi o morti. La richiesta giunge dopo che nei giorni scorsi fonti d’intelligence citate dallo stesso quotidiano avevano riportato la notizia secondo cui almeno 370 militari somali sarebbero stati uccisi dopo essere stati arruolati segretamente per combattere al fianco delle Forze di difesa nazionali etiopi (Endf) contro il Fronte di liberazione popolare del Tigrè (Tplf). Secondo le stesse fonti, i militari sarebbero stati selezionati dai vertici militari di Mogadiscio segretamente e senza che i loro famigliari ne fossero a conoscenza.

Etiopia-Sudan:
L’esercito etiope ha accusato una “terza parte” senza specificarne il nome di essere dietro la disputa sul confine con il Sudan. È quanto riferito dall’agenzia di stampa “Ena” che cita il capo di Stato maggiore dell’esercito, il generale Birhanu Jula, il quale ha invitato il Sudan a non cadere nelle “trappole di guerra” tese dalla parte anonima e a risolvere la disputa sul confine attraverso negoziati bilaterali. “L’Etiopia non vuole entrare in guerra con il suo amico Sudan, ma intende risolvere il problema pacificamente”, ha detto il generale. Le dichiarazioni si inseriscono nelle tensioni di confine che da settimane coinvolgono i due Paesi, soprattutto dopo l’offensiva militare lanciata dalle forze armate etiopi nella regione del Tigrè. Le relazioni tra Sudan ed Etiopia si sono inasprite dopo la decisione da parte di Khartum di distribuire le truppe nelle aree di confine per la prima volta dal 1995. Di recente il capo del Consiglio sovrano sudanese, Abdel-Fattah al Burhan, ha confermato che il dispiegamento militare ai confini con l’Etiopia è avvenuto per una volontà locale senza istigazione esterna e che il suo Paese non vuole la guerra. Burhan, che è il comandante in capo delle forze armate sudanesi, ha affermato che il dispiegamento dell’esercito al confine con l’Etiopia nel Sudan orientale è avvenuto con una piena volontà del governo sudanese e su coordinamento con l’organo esecutivo dello Stato. Burhan ha quindi negato l’esistenza di qualsiasi partito che inciti il Sudan ad attaccare l’Etiopia e ha detto che Khartum non vuole una guerra.

Sudafrica: Il governo del Sudafrica pagherà 5,25 dollari ogni dose di vaccino contro il Covid-19 acquistato al Serum Institute of India (Sii), che lo ha sviluppato. Lo ha detto a “Business Day” il vicedirettore generale del dipartimento della salute Anban Pillay, che ha precisato che la somma che il Sudafrica verserà per ogni dose è decisamente superiore a quella versata da altri Paesi. Secondo Pillay, la stima del prezzo si basa sul livello di sviluppo del Paese acquirente e sui suoi passati investimenti per la ricerca e lo sviluppo. “Ci è stato comunicato che Sii ha applicato un sistema di prezzi a più livelli e, dato che (il Sudafrica) è un Paese a reddito medio-alto, il loro prezzo è di 5,25 dollari. Da quello che ci hanno detto, il motivo per cui altri Paesi ad alto reddito pagheranno un prezzo più basso è che hanno investito in (ricerca e sviluppo), da qui lo sconto sul prezzo”, ha detto la funzionaria. Il governo di Pretoria dovrebbe ricevere dall’istituto indiano 1,5 milioni di dosi di vaccino. A giugno scorso Paesi come l’Italia, la Germania, i Paesi Bassi e la Francia hanno negoziato con AstraZeneca un prezzo di circa 2,50 euro per iniezione per 300 milioni di dosi, nell’ambito di un accordo europeo per garantire le forniture del farmaco. Secondo la stampa locale, Sii dovrebbe fornire inoltre 100 milioni di dosi di vaccino all’Unione africana per 3 dollari ciascuna.

Congo Brazzaville: La Commissione europea ha annunciato oggi il sostegno di 1,5 milioni di euro al National Health Response Plan elaborato dal governo della Repubblica del Congo in collaborazione con la Croce Rossa. Il progetto, per un importo totale di 2,6 milioni di euro, è cofinanziato dalla Francia, attraverso l’Agenzia francese per lo sviluppo (Afd). L’obiettivo è ridurre la vulnerabilità della popolazione congolese alle epidemie rafforzando la capacità di rispondere alle epidemie nel contesto del Covid in 47 centri sanitari del Paese, che coprono tre milioni di persone. La Commissione ha ricordato che negli ultimi dieci anni il Congo ha dovuto affrontare l’emergere di numerose epidemie, come il colera, l’Ebola, il morbillo, l’influenza H1N1, la febbre gialla e la Chikungunya.

Covid: Il tasso di mortalità da Covid-19 in Africa è ora superiore alla media globale, il che è “estremamente preoccupante”. È l’allarme lanciato oggi dal direttore dei Centri africani per il controllo e la prevenzione delle malattie (Africa Cdc), John Nkengasong, nel corso di un briefing con la stampa. “Il tasso di mortalità del continente si attesta ora al 2,5 per cento contro una media globale del 2,2 per cento e il numero di nazioni che registrano tassi più elevati è in crescita”, ha detto Nkengasong, sottolineando che in precedenza, durante la prima ondata della pandemia, l’Africa aveva registrato tassi di mortalità inferiori rispetto alla media globale. Nella seconda ondata, tuttavia, 21 Paesi africani hanno avuto un tasso di mortalità superiore al 3 per cento: si tratta di Sudan, Egitto, Liberia, Mali, Ciad, Niger, Gambia, Tunisia, Eswatini, Repubblica democratica del Congo e Zimbabwe”, ha aggiunto. Dall’inizio della pandemia nel continente si sono registrati più di 3,3 milioni di casi totali e oltre 81 mila decessi.

Sudafrica: Il ministro della Pianificazione, il monitoraggio e la valutazione presso la presidenza del Sudafrica, Jackson Mthembu, è morto per complicazioni legate al Covid. Lo ha annunciato oggi il presidente Cyril Ramaphosa. Mthembu, 62 anni, era un parlamentare e membro di lunga data del Congresso nazionale africano (Anc), al governo nel Paese dal 1994. Nel suo tributo, il presidente Ramaphosa ha descritto Mthembu come “un leader esemplare” e “un sostenitore della democrazia”. Dieci giorni fa Mthembu aveva reso noto in un tweet di essere risultato positivo al coronavirus. (Res) © Agenzia Nova – Riproduzione riservata

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