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Pubblicato il 01/07/2015

LA SIGNORA LO MASTRO MAMMA DI DAVIDE TOBINI FA SCATTARE UNA GARA DI SOLIDARIETA’

LA TRIBUNA DI TREVISO
01 Luglio 2015

Sul web scatta la gara di solidarietà

Prima alcuni post, poi fax all’avvocato con proposte di ospitare il “nonnino”

Annarita Lo Mastro, detta “mamma Folgore”, la madre di David Tobini, caduto in Afghanistan, la donna che neanche un mese fa scrisse al premier Matteo Renzi per ricordargli che la mimetica bisogna saperla portare e non parlare del sangue dei caduti per trarne profitto politicamente, ha appreso da Roma la storia di Benito Gasparini ( un anziano sfrattato e privo di risorse di cui si è occupato il giornale LA TRIBUNA DI TREVISO, ndr) e ha per prima rilanciato dal suo profilo facebook la vicenda. Subito dopo ha lanciato un appello per aiutarlo. «Aiutiamolo noi questo nonnino!», ha detto con la carica che la contraddistingue. Hanno risposto immediatamente al suo “girotondo d’affetti”, le mamme e le spose degli altri caduti, i commilitoni del figlio che appartengono alla brigata “Folgore”, ma anche tanta gente comune che da sempre cerca di starle vicino e darle forza nel lutto che l’ha colpita nel 2010. Tutti hanno chiesto di poter fare qualcosa di concreto per Gasparini: chi offrirgli denaro, chi dargli ospitalità. La donna ha contattato l’avvocato Fabio Capraro per capire meglio questa storia e avere i dati del conto corrente di Benito a cui inviare i contributi di tutte le persone che si sono mobilitate per la sua causa. È stato comunque un passaparola. Il suo appello è stato condiviso sui tanti gruppi del social fino a diventare virale. E comunque, da quando ne hanno parlato i giornali il fax dell’avvocato Fabio Capraro è stato letteralmente inondato di e-mail e di messaggi provenienti da tutta Italia che chiedono di poter fare qualcosa o contribuire, chi con 10 euro al mese, chi con un bonifico di 200. C’è chi addirittura propone a Gasparini di dividere il proprio alloggio, per permettergli di vivere dignitosamente. «In questo periodo si parla tanto di accoglienza e solidarietà», dice l’avvocato trevigiano Fabio Capraro, «e bello vedere come si è mobilitata la gente, quanta voglia ha di aiutarlo, quanto cuore c’è ancora in Italia. Casi come questi purtroppo esistono e non sono isolati

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