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Pubblicato il 16/12/2020

LA SPEZIA : BLOCCATA FORNITURA DI ESTINTORI SCADENTI SU NAVI MILITARI IN COSTRUZIONE

La Spezia – Notificate a quattro soggetti le accuse di frode nelle pubbliche forniture, aggravata dalla circostanza che trattasi di equipaggiamenti delle forze armate dello Stato, e di contraffazione, alterazione ed uso di marchi o di brevetti, oltre ai profili di responsabilità amministrativa.


La Guardi di Finanza, nucleo di polizia economico-finanziaria della Spezia, ha portato a termine l’operazione “Navi Sicure” notificando l’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di dirigenti e amministratori di una società di rilievo nazionale. Le indagini sono scaturite da una normale attività di controllo sugli appalti pubblici, coordinata dal Procuratore della Repubblica della Spezia, Antonio Patrono, e hanno riguardato la fornitura di sistemi di spegnimento di incendi da installare a bordo di alcune navi della Marina Militare italiana. Il marchio sulle bombole di gas era quello della multinazionale americana esclusiva produttrice degli estintori ad alta capacità da installare sulle navi militari. All’interno però vi era un fluido di origine cinese che un’azienda italiana si era procurata tramite un fornitore albanese. Circa 3 tonnellate di materiale estinguente, diverso da quello richiesto espressamente nei capitolati di gara di un appalto pubblico che era stato aggiudicato per un milione di euro.

Gli approfondimenti delle Fiamme Gialle hanno accertato che una società subappaltatrice, incaricata della fornitura del gas estinguente, aveva fraudolentemente già consegnato a Fincantieri una prima tranche di bombole contenenti un fluido estinguente. Apparentemente conforme agli elevatissimi standard di sicurezza richiesti dai capitolati d’appalto, ma rivelatosi – nella realtà – un prodotto diverso, di qualità e costo decisamente inferiori.
Nel corso delle perquisizioni eseguite presso i cantieri navali alla Spezia, Riva Trigoso e Castellammare di Stabia, i finanzieri hanno accertato che le bombole erano già state installate, o erano in procinto di esserlo, a bordo di due navi militari in costruzione, rischiando di mettere a repentaglio l’effettiva funzionalità e sicurezza dei sistemi di spegnimento degli incendi in dotazione.

Fincantieri e Marina Militare, parti lese ed interessate a fare piena luce sulla vicenda, hanno fortemente collaborato con gli investigatori.

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