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Pubblicato il 09/09/2021

LA STORIA DEI PARACADUTISTI DEL NEMBO SULLO ZILLASTRO RIVIVE OGNI ANNO GRAZIE AI PARACADUTISTI CALABRESI

foto: inizio della marcia del 2022 ( 09.09.22 alle 08:30) foto Nino Chilà

REGGIO CALABRIA – Anche nel 2022 i Paracadutisti Calabresi non dimenticano le sorti dei Fratelli in Armi che il 10 di Settembre del 1943
ingaggiarono un intenso combattimento contro un reparto canadese, invitando a ripetere la stessa lunga marcia di 18 ore dei paracadutisti del Nembo che si batterono sull’altopiano dello Zillastro, in Aspromonte.


LA STORIA DELLA BATTAGLIA
L’8 settembre 1943 il Generale Badoglio annunciò l’armistizio. Alla stessa ora in Aspromonte, sui Piani dello Zillastro, termionava la battaglia tra 400 paracadutisti del 185° Battaglione della Nembo e 5.000 soldati canadesi , il Nuova Scozia e l’Edmonton.

Il 185° Reggimento della Divisione “Nembo”, in ritirata dalla Sicilia era giunto in Calabria a sostegno delle Divisioni poste a difesa per sostenere il primo urto con il nemico. Il Nembo era costituito da tre battaglioni (III , VIII e XI). I tedeschi ricevettero l’ordine di ritirata. Le unità di commandos nemici sbarcati nella zona Jonica giorni prima non fecero più ritorno al proprio comando essendo stati tutti uccisi dalle azioni dei Paracadutisti della Nembo.

Gli anglo canadesi presero terra e avanzarono e superate le spiagge senza incontrare resistenza. Il III e XI Battaglione Paracadutisti si ritirarono verso nord. L’VIII si trovò in marcia di retroguardia dopo violenti scontri cercava di raggiungere Platì, dove vi era il Comando di Reggimento. La sera del 7 settembre giunse sui Piani dello Zillastro e si accampò sotto il faggeto “Mastrogianni”. Esausti per la lunga marcia , la fame e gli scontri sostenuti, si abbandonarono ad un sonno ristoratore e non si avvidero di essere stati circondati da ogni lato dall’esercito Anglo-Canadese il quale, per giorni e notti, li aveva inseguiti.

Il Reggimento West New Scozia si posizionò nel faggeto dell’Altopiano Mastrogianni, mentre l’Edmontons, per chiudere l’accerchiamento, si sistemò sui crinali dello Zillastro, lato Oppido Mamertina. Il Nembo non avrebbe avuto scampo, era circondato.

In quattrocento contro cinquemila. La lotta fu impari e proseguì fino all’esaurimento delle munizioni. Scambio di bombe a mano, a finire col corpo a corpo con i calci dei fucili. I Paracadutisti vennero sopraffatti. Fu un massacro, una tragedia.

Cinque furono i caduti italiani recuperati (l’esatto numero delle vittime non è ancora conosciuto):

Capitano Ludovico Picolli de Grandi (Medaglia d’Argento al Valor Militare), Sergente Maggiore Luigi Pappacoda (Medaglia di Bronzo al Valor Militare), Caporale Serafino Martellucci (Medaglia d’Argento al Valor Militare), Paracadutisti Vittorio Albanese (Medaglia di Bronzo al Valor Militare), Paracadutisti Bruno Parri (Medaglia di Bronzo al Valor Militare), Paracadutisti Aldo Pellizzari (Medaglia d’Argento al Valor Militare). I Feriti furono circa una dozzina. Vennero catturati in 57. Erano in quattrocento.

Fu questa l’ultima battaglia combattuta tra il Regio Esercito Italiano e le truppe Alleate l’8 settembre 1943, cinque giorni dopo la firma dell’armistizio.

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