OPINIONI

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Pubblicato il 24/11/2016

L’AISE LO ARRESTA . LA MAGISTRATURA ITALIANA LO LASCIA LIBERO IN ITALIA. TERRORISTA A SPASSO

Il terrorista rilasciato era un terrorista vero –

Il terrorista rilasciato era un terrorista vero

 di Domenico Cacopardo 

Se non fosse una tragedia, sarebbe una farsa. Gli ingredienti ci sono tutti. Lo stato italiano s’è ritirato da vaste zone del suo territorio lasciandolo alla criminalità autoctona o d’importazione. Le sue forze di sicurezza, polizia, carabinieri, guardia di finanza, si comportano come gli americani in Afghanistan: sono trincerate nelle loro caserme e, ogni tanto, tentano una sortita e catturano un gruppo più o meno nutrito di criminali. Poi, però, s’innesta il fattore M. M come magistratura. La criminalità, diciamo così, normale, non paga, dal punto di vista dell’immagine. Nel giro di poco può tornare liberamente in azione. E, quindi, poco rigore e legge Gozzini à go-go, nel senso che tutte le possibili indulgenze saranno messe in atto, per restituire il sudamericano di turno, il cinese di turno, l’albanese o il romeno di turno alle sue poco nobili attività. Con il noto particolare che, soprattutto i romeni vengono a delinquere in Italia perché polizie e magistrature sono molto più indulgenti che in patria.

E non parliamo di terrorismo. Dall’Alpi alle Piramidi, si leggono solo notizie di rilasci pronunciati dai giudici giudicanti. Avranno ragione loro, si capisce. Ma intanto Al-Fezzani, il terrorista ora arrestato in Sudan per merito dell’italiano Aisi (sicurezza interna), autore di diversi sanguinosi attentati, è proprio uno dei «rilasciati» in Italia, dov’era stato preso e portato innanzi ai giudici. Ora, a Milano, è stata messa in scena l’ennesima sceneggiata: arrivano altri 150 soldati. Una mossa che serve solo a dare l’idea di una maggiore presenza dello stato, della quale si deve però sapere che i militari schierati non possono mai intervenire neanche di fronte a flagranza di reato. Possono solo avvisare quella delle forze dell’ordine loro indicata per il caso. Sono in strada solo per figura, per allontanare dai luoghi in cui sono schierati i criminali di tutte le razze che girano indisturbati per le nostre strade.

Naturalmente, basta che si spostino dietro l’angolo perché possano continuare, indisturbati, le loro attività illecite. Pronti a essere rimessi subito in libertà nell’ipotesi, remota, di cattura. Per la serie: non occorre «essere», basta «sembrare».

www.cacopardo.it

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