ADDESTRAMENTO

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Pubblicato il 16/03/2009

LANCI DA OTTOMILA METRI A REGGIO EMILIA

REGGIO EMILIA-15 marzo 2009 – Si è svolta senza inconvenienti la prima giornata di lanci da ottomila metri programmati dalla Body Fly University , il cui direttore è l’Ufficiale dei paracadutisti in congedo Paolo Haim, che ha abbandonato la alta dirigenza bancaria per dedicarsi al paracadutismo.

Una operazione non semplice, inserita all’interno di un fine settimana molto intenso, con oltre 120 lanci ANPDI con paracadute tondo e la normale attività del centro, affollato anche grazie alla meteo perfetta.

Un risultato ottenuto grazie al lavoro “elettrico” (non si sono fermati un attimo per tutto il giorno) dello staff, del manifest e degli istruttori, che hanno consentito a tutti una giornata di lanci senza problemi o ritardi eccessivi.

La “mattina degli ottomila” ha preso la piega giusta quando, alle 8 e 30, la torre di controllo di Padova (una delle tante coinvolte da questa attività) ha dato il primo nulla osta,che va richiesto decollo per decollo. La mattina precedente era arrivato uno stop.

CONTROLLO ACCURATO DEI DOCUMENTI E DEI MATERIALI DA LANCIO. LUNGO ADDESTRAMENTO A TERRA

Paolo Haim e il pilota avevano già iniziato da qualche minuto l’addestramento a terra dei paracadutisti: sono state fornite informazioni su comportamento in volo, uso delle maschere a ossigeno, procedure di uscita, procedure di emergenza in aereo e in aria, uso corretto e innesto degli spinotti individuali nella consolle dell’aereo, modalità di sgancio della maschera e restituzione al capo decollo a 30 secondi dall’uscita.

Paolo Haim tiene il primo biefing della giornata

Tutte manovre da eseguire correttamente per la sicurezza individuale e per non danneggiare gli equipaggiamenti di bordo.

E alla sicurezza Paolo Haim, il pilota e lo staff del centro hanno dedicato davvero molto tempo. Sin dal Sabato precedente ad ognuno dei partecipanti sono stati controllati i documenti: visita medica, licenza in corso di validità, libretto dei lanci, prova di sgancio, assicurazione, ripiegamento dell’emergenza. Ad ognuno è stato controllato anche il materiale da lancio, dal paracadute alla cypress fino al casco e al “ditter” (obbligatorio) (ndr: altimetro acustico elettronico da appoggiare sull’orecchio all’interno del casco).

Ogni paracadutista ha avuto in dotazione, per il lancio, una bombola di ossigeno di emergenza, fissata con un velcro al pettorale, da attivare solo in caso di apertura accidentale.

Dopo la ventilazione in aereo, Haim ha spiegato che non sarebbe stato necessario continuare l’erogazione per il minuto di caduta fino a 5000 metri, ovvero la quota considerata “respirabile” senza ausilio.

una delle rare immagini del filmato: maschere indossate. Il webmaster in “atteggiamento tattico”. Quattro parmensi su cinque indossavano la tuta TCL. Conforti ha preferito uno scafandro motocicl-palombaristico rafforzato con tre maglie di lana e un paio di passamontagna. “l’aria a ottomila metri è fina” , ha detto lapidariamente

La bombola di emergenza , quindi, serve solo in caso di apertura accidentale del paracadute ad alta quota. Altro discorso è il lancio militare HAHO (High altitude, high opening) , dove viene richiesta anche la navigazione di infiltrazione a vela aperta ad alta quota e dove l’operatore deve necessariamente ventilare con la bombola per mantenere la lucidità.

L’ultima fase del briefing è toccata al pilota che ha informato sui tempi di volo -23 minuti- e le tempistiche di erogazione dell’ossigeno: maschere indossate a 3800-4000 metri circa, erogazione automatica verificabile tramite un pistoncino verde che si apre nella valvola individuale posta sul tubo, preavviso a 2 minuti dal lancio e cessazione del flusso di O2 a 30 secondi dall’uscita.

La carenza di ossigeno -ci ha detto- provoca conseguenze sull’attenzione e la lucidità solo dopo oltre due minuti. Nella maggioranza degi individui i sintomi sono sempre trascurabii ( tachicardia, ansia, fame d’aria etc).

Il sito della BFU aveva pubblicato con largo anticipo un dossier che illustrava ampiamente tutte le caratteristiche del lancio.

MOLTI MESI DI PREPARAZIONE BUROCRATICA

Una organizzazione complessa, quindi, partita mesi orsono con le domande ai numerosi enti, e proseguita con la scelta dei materiali e dell’aereo idoneo per i decolli (il nuovissimo PILATUS “I CAKE, attrezzatissimo e con solo 5 anni di vita, ndr).

“Roba da perdere tutti i capelli” – ha detto scherzosamente Haim poco prima del briefing indicando la pelata che lo accompagna da qualche anno.

IL DECOLLO DEI PARMENSI INSIEME A DUE PARACADUTISTI DI PERUGIA

Il decollo dei paracadutisti parmensi era composto da Conforti, Del Grano, Nardoni, Mazzitelli e Amatobene. Con loro anche Innocenti e Ranocchia di Perugia. Tutti preoccupati per il grande freddo previsto in quota, al punto che si sono trasformati in tanti “michelin”, con tanto di passamontagna e guanti doppi. Roba da ritirata di Russia.

Precauzione eccessiva, perchè la tensione , anzi la “euforica calma tesa” che si avverte a bordo prima di un lancio difficile, non ha fatto pensare nemmeno per un istante al “meno quaranta” dell’uscita.

Nessuno se li ricorda.

“Exit” singoli in rapida successione. I cinque di Parma hanno formato una stella IMMOBILE per oltre 80 secondi, con tanto di video con primo piano di tacchi, caschi e cielo. Si: la parte video affidata a ******* è stata deficitaria. A causa dell’angolo di ripresa sbagliato,la videocamera ha lavorato per conto proprio. Vi basti pensare che disponiamo di un lungometraggio in volo con primi piani prolungati di rivetti, teste, guarnizioni e lamiere. Protagonista è stato un gancio a doppia vite sulla portiera delL’AEREO. Il gruppo pensa di rivendere il DVD ai meccanici della Pilatus.

UNA ESPERIENZA FORMATIVA SOLO SE FATTA IN SICUREZZA E GESTITA DA GENTE ESPERTA

Il segreto per godersi il lancio è di affrontarlo con concentrazione, senza ansia e senza paura della mancanza di ossigeno. Ma ci vogliono anche materiali, staff e aerei adeguati.

Per averlo provato direttamente, posso dire che a Reggio Emilia tutto questo c’era.

Complimenti a Paolo Haim a ai suoi colleghi del centro.

E grazie.

AW

LE FOTO DELLA MATTINA DEL DECOLLO PARMENSE

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