CRONACA AGGIORNATA OGNI ORA

Condividi:

Pubblicato il 03/11/2022

LANCIO SU EL ALAMEIN: I PENSIERI DEL PIU’ GIOVANE DEL GRUPPO TRA I PARACADUTISTI

di Giuseppe Caravetta


Sto chiudendo la valigia e continuo a chiedermi se ciò a cui stavo andando incontro fosse vero: sto partendo per l’Egitto!
Eh Si, sto andando ad El Alamein, proprio lì, in quel luogo a noi sacro, quel luogo dove ogni paracadutista sogna di andare almeno una volta nella vita.
Io giovane paracadutista, fortemente attaccato alla nostra specialità, ai suoi valori, ai suoi ideali, dove l’onore e il rispetto sono le basi e le colonne portanti della mia vita, fiero e orgoglioso di andare ad onorare i NOSTRI CADUTI lì in quei luoghi lontani dalla mia Patria, ma che nonostante tutto ci appartengono perché proprio lì i nostri nonni, i nostri padri immolavano le loro vite per la patria, lì in quella terra dove c’è il nostro sangue, il nostro passato, le nostre origini.
Come si fa a costruire il futuro se non viene ricordato e onorato il passato?


Ma non basta andare lì, faremo anche un lancio sulle postazione dove combattè la Folgore!!!!
Penso che da paracadutista non ci sia cosa più grande!! Stiamo andando a ridare simbolicamente quel lancio che 80 anni fa fu negato ai nostri!

Un progetto quello del lancio su El Alamein realizzato grazie alla determinazione, alla forza di Walter Amatobene, PARACADUTISTA attaccato fortemente a quei luoghi e punto di riferimento per i tanti reduci che abbiamo avuto l’onore e il privilegio di conoscere e vivere, i quali ci hanno trasmesso e tramandato la Gloria conquistata sul campo di battaglia, e dai loro occhi capivi tanto, capivi tutto, cosa avevano passato ma specialmente cosa è quante cose avevono perso e lasciato lì in quella terra..


Un gruppo di paracadutisti, proveniente da ogni regione d’Italia si sono dati appuntamento in Egitto, accomunati dall’amore per il tricolore , simbolo della nostra identità nazionale..
Non conoscevo quasi nessuno, ma dopo meno di un’ora sembrava che quei paracadutisti li conoscessi da sempre; età differenti, lavori e storie personali diverse, ma accomunati dallo spirito che ci ha sempre contraddistinto, ovvero l’attaccamento alla Folgore, alla sua storia, che abbiamo fatto nostra e alle gesta di chi ci ha preceduto.
Ciò che mi ha colpito è stata la forza, la volontà che ognuno di quei paracadutisti ,oggi fratelli per me, la grinta, la fierezza, l’orgoglio e l’emozione che ognuno esprimeva silenziosamente: parlavano chi occhi di quanto ognuno ci tenesse ad essere lì in quel momento.


Sono stati tre giorni duri, intensi, passati con gli istruttori Egiziani
che con il passare del tempo hanno capito con chi avevano a che fare !
Ognuno ha dato il massimo e nei momenti di stanchezza ci bastava pensare a ciò che stavamo per fare!!


A bordo.. C130H- 1:30 di volo- quota 800 metri- luce verde siamo fuori!!!
A paracadute aperto mi ritrovo su El Alamein e nel silenzio, in quell’angolo di cielo che hanno visto anche i nostri Leoni, mentre sto per toccare il suolo, rivolgo il mio pensiero a tutti coloro che hanno dato la loro vita in quel posto, immaginando cosa fosse successo lì 80 anni fa. Questo lancio è per voi. Sono sicuro di averli al mio fianco: al lancio c’erano anche loro con noi.


Atterro vicino l’Himeimat, la collina “di bei matt” come scrivevano nelle loro lettere dal Fronte i Leoni milanesi, proprio dove era schierato il mio battaglione, il 5°.

Uso l’aggettivo “mio” non perché fossi il comandante, ma perché sono effettivo al 5* battaglione del 186 rgt paracadutisti Folgore di Siena e il mio senso di appartenenza verso il mio reggimento è forte!!
Mi libero dal paracadute e mi inginocchio rivolgendo una preghiera in silenzio con il pensiero rivolto ai nostri caduti.
Siamo atterrati li sulla nostra terra sacra, lì dove tra sabbia, sangue, onore e gloria, si è scritta la storia, la nostra storia, quella della Folgore.
In quella terra dove si è mescolato il sangue dei nostri caduti, dei nostri fratelli, che nell’adempimento del loro dovere immolavano le loro giovane vite per la patria.


Punto di ritrovo. E’ successo! 42 paracadutisti conquistavano i cieli di quota 105! Abbiamo scritto anche noi una “piccola” pagina di storia!!


Ho dedicato il mio lancio a tutti i Soldati caduti in quel luogo, ai feriti e a coloro che non sono riusciti ad essere lì con noi ma con il cuore e la mente c’erano, e alla mia famiglia!!

Avevo con me i baschi del Ten. Colonnello Aloi e del S.M. Pasquale Pizzuti reduci di El Alamein; grazie al consenso dei famigliari li ho appoggiati simbolicamente ancora una volta su quella sabbia a loro nota!


Ci rechiamo al sacrario: al suo interno ci sono le spoglie dei nostri soldati, i nostri fratelli- Mi colpisce una scritta sul laremo: “qui giacciono 1200 soldati, ignoti a Noi, noti a Dio Ma noi lo sappiamo bene che non sono ignoti a noi, ognuno di noi poteva essere il milite ignoto, questa figura ci rappresenta tutti e meriti rispetto, onore e memoria!! Mi inchino e onoro i caduti.

Schierati nel sacrario rendiamo gli onori, e con l’urlo Folgore che risuona all interno sembrava che loro ci rispondessero, è stata un emozione inspiegabile è difficile da raccontare se non la vivi non la puoi capire, a parlare erano i nostri occhi pieni di lacrime..
Un esperienza che porterò con me per tutta la vita.

SEMPRE FIERI DEL NOSTRO PASSATO SEMPRE DEGNI DEL NOSTRO IMMANCABILE AVVENIRE.

Grazie fratelli, per ciò che mi avete fatto vivere e per ciò che mi avete trasmesso in questi giorni!
Sono fiero e orgoglioso di avere condiviso con Voi questa esperienza che ci legherà a vita! I paracadutisti della missione mi hanno dato la prova vivente della grinta e della determinazione di raggiungere gli obbiettivi degni del basco che portiamo.

Leggi anche