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Pubblicato il 04/11/2022

LANCIO SU EL ALAMEIN : IL VORTICE D’ARIA ALLA PORTA, LA SIRENA E LA LUCE VERDE. VIA!

Par Marco Cavalli


Nei primi giorni di settembre sono su www.congedatifolgore.com alla ricerca della data in cui avremmo celebrato a Pisa la Festa della Brigata e mi imbatto in un articolo che recita: LXXX della Battaglia, il lancio su El Alamein diventa realtà.

Il pensiero sorge immediato.. io voglio esserci!! Subito dopo altri pensieri: Cavalli, ma cosa stai dicendo? Sono 40 anni che non salti, sei vecchio, hai la panza, devi lavorare, la famiglia, bla bla bla…ma io me ne frego, sono stato e sono un Paracadutista della Folgore e non voglio rinunciare ad un sogno che pensavo irrealizzabile e che invece improvvisamente è lì, materializzato sul monitor.
Giorni di preparazione fisica insieme ai nuovi camerati dell’Andpi di Bologna e poi in un attimo siamo al Cairo. Durante il ricondizionamente gli istruttori egiziani ci vanno giù pesante e il risultato è che 42 paracadutisti provenienti da ogni parte d’Italia e che tra loro non si conoscevano, smettono di essere singoli individui e diventano un gruppo coeso impastato di fatica, cameratismo e intento comune e si cementano nel Plotone El Alamein, pronti a rinnovare nel cielo l’impegno con loro stessi e con i Leoni che ci hanno preceduto scrivendo la storia e diventando Leggenda.
Siamo lì con loro e per loro e, costi quel che costi, salteremo insieme! Arriva il giorno del lancio, ecco il nostro C 130, l’odore famigliare del gasolio avio, ci controlliamo i paracadute a vicenda mentre ci vestiamo, poche parole ma sguardi intensi e movimenti e procedure tatuati nel nostro Dna di paracadutisti riemergono da un passato che evidentemente non è mai passato davvero. In volo per un’ora e mezzo, poi le porte si aprono, l’aria vortica nel C 130, noi dentro nella semioscurità e là fuori la luce del sole e il deserto che ci attende, intravisto sotto la pedana della porta.

Green light, sirena e saltiamo fuori. Milleuno, milledue, milletre, shock d’apertura e improvvisamente il silenzio.. l’Himeimat davanti a me e Quota 105 sotto i miei stivaletti da lancio. Grande commozione, grande emozione, grande riconoscenza verso quel pazzo sognatore che è Walter Amatobene che ha reso possibile tutto questo. Questa esperienza ci ha uniti e nel Plotone ciascuno di noi ha fatto la sua parte, concorrendo insieme al raggiungimento dell’obbiettivo. Fratelli per sempre. Folgore!

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