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Pubblicato il 14/06/2023

LANCIO SU EL ALAMEIN 2022 – IL RACCONTO DI UNO DEI PARTECIPANTI – LE EMOZIONI, LA GRINTA E LO SPIRITO DI SQUADRA


di Par Par Gabriele Giglioli ( Pisa)
BM 86810



Emozione….non è per niente semplice spiegare un’Emozione. Come si può scrivere ciò che passa per la testa di chi, improvvisamente si trova davanti alla strada che può portarlo a realizzare il sogno di una vita.

Si amici miei, il sogno di una vita. Ho conseguito il mio Brevetto militare nel lontano 1983, quasi 40 anni fa. Sono pisano, confesso che ho fatto la domanda nei Paracadutisti perché era il modo più semplice per restare vicino a casa. Poi ho accettato la sfida, ed ho lottato per diventare un Paracadutista, lo sono diventato ed ho iniziato ad amare questa vita.

Ho scoperto le Tradizioni, i Valori, e le ho fatte mie. Ho conosciuto le gesta della Folgore nell’epica battaglia di El Alamein, ho ammirato le gesta di quegli Uomini, ho deciso che le loro gesta sarebbero state il mio faro, il mio sentiero, ho deciso che la mia vita, sarebbe stata segnata dal loro esempio. E così é stato, Lealtà, Sacrificio, Dovere, sono state le parole che hanno delineato la mia vita, e niente mi rende più orgoglioso.

Devo molto, forse tutto a quei meravigliosi Ragazzi, e mi ero promesso una cosa, una volta, nella mia vita dovevo andare ad El Alamein a porgergli personalmente il mio omaggio, il mio umile ringraziamento. Lo sognavo da quaranta anni; poi, all’improvviso si è presentata l’occasione, e si è presentata in un modo che, anche nel più fantastico dei miei sogni, non avrei mai osato sperare: onorare i nostri Leoni, effettuando un lancio sulle postazioni in cui si sono immolati, uscendo, i Nostri, dalla storia ed entrando nella leggenda. Mi sono buttato a capofitto nell’impresa, non potevo perdere questa occasione.

Siamo arrivati in Egitto, e confesso, come molti di voi si saranno accorti, che per me non è stata una passeggiata. Scarsa preparazione fisica, difficoltà ad assimilare le procedure, hanno messo alla prova il mio fisico e la mia mente. Ho avuto anche il dubbio di non riuscire, e, la peggior cosa, ad un certo punto mi sono reso conto che le mie preoccupazioni, per il possibile insuccesso, stavano prendendo il sopravvento e, stavano facendo scivolare in secondo piano, quello che era il mio vero obiettivo : onorare i nostri Caduti.

Stavo pensando, egoisticamente, solo a me ed alla delusione del mio eventuale insuccesso, invece di pensare al vero scopo della missione. Poi, anche con il forte l’aiuto morale dei miei Camerati, sono riuscito a “resettarmi” e rimettere le cose al loro posto.

Devo ringraziarvi ragazzi, devo ringraziarvi tutti, siete dei Paracadutisti, e da Paracadutisti siete riusciti a creare un Gruppo, ed un Gruppo di Paracadutisti è inarrestabile. Il cameratismo, la complicità, l’obiettivo comune, la ferrea volontà di superare l’ostacolo, di dimostrare al mondo che dentro questi corpi vissuti, c’è ancora quel ragazzo che a vent’anni ha accettato la sfida e l’ha superata.

Noi non abbiamo fatto nulla di eccezionale, ma abbiamo onorato nel modo che ritenevamo migliore i nostri Ragazzi, ed Essi hanno certamente apprezzato, perché in noi c’era la purezza del gesto;
chiunque ha partecipato aveva nel cuore il nome di tutti Camerati che loro malgrado, non hanno potuto esseree dei nostri, ma erano idealmente al loro e al nostro fianco. Sono felicissimo di ciò che abbiamo fatto, sono orgogliosissimo e non dimenticherò mai questi giorni e Voi Banda di Fratelli che mi avete aiutato ad essere uno di Voi. Consentitemi solo di fare un ringraziamento particolare a Walter, la sua idea, la sua tenacia, la sua organizzazione, non sono per niente una cosa banale, anzi, Grazie Walter, ti sarò sempre riconoscente per aver consentito al mio sogno di diventare realtà.

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