CRONACA AGGIORNATA OGNI ORA

Condividi:

Pubblicato il 14/05/2014

LE NAZIONI NON SANNO NEGOZIARE? CI PENSA DE MISTURA CON IL SUO ISTITUTO EUROPEO PER LA PACE

PARMA-Per negoziare in aree difficili , da ieri, è nato un “istituto per la pace”, una sorta di agenzia di ambasciatori interinali, retto da Staffan De MIstura, che lo ha presentato a Bruxelles. Tre milioni di euro all’anno, il costo per l’Italia. Trentamila euro al mese lo “stipendio” di De Mistura-

L’ex sottosegretario italo-svedese che si è occupato Girone e La Torre, lo ha definito un “partner indipendente” dell’Unione europea e dell’Europa, che mette a servizio degli Stati membri le proprie competenze in “mediazione e dialogo informale” per la risoluzione dei conflitti. Questo l’European Institut for Peace (Eip) – l’Istituto Europeo per la Pace.

L’Eip, che avrà sede a Bruxelles, nasce come “un hub di competenze per una mediazione europea, attraverso il collegamento degli sforzi esistenti e la condivisione delle conoscenze. Ci impegniamo anche in aree in cui la diplomazia ufficiale ha bisogno di un partner di fiducia per operare in modo più efficace”, chiarisce il sito ufficiale dell’Istituto.
A sostenere l’Eip – fortemente voluto e promosso dal Ministro degli Esteri svedese Carl Bildt – i Governi di 8 Paesi: Belgio, Finlandia, Ungheria, Italia, Lussemburgo, Polonia, Spagna e Svizzera.

Inpiegabili i motivi che hanno generato questo nuovo mediatore a gettone, che di fatto dichiara la inutilità delle costosissime strutture diplomatiche delle varie nazioni e delle altrettanto complesse organizzazioni di intelligence.

Già sottosegretario agli esteri, e fino a qualche giorno fa inviato speciale del Governo per il caso-marò, De Mistura ieri ha spiegato che “è ora che l’Europa sia all’altezza delle sfide globali”. In questo senso, l’Istituto è un modo ambizioso per far progredire le capacità dell’UE e gli strumenti diplomatici dell’Europa”.

Lo afferma perchè soddisfatto dell’esito dei negoziati che ha condotto per due anni in India.

Compito dell’Eip dovrebbe essere quello di migliorare il lavoro di mediazione di altri soggetti, mettendo a servizio degli Stati proprie competenze e risorse, attingendo al lavoro normativo delle Nazioni Unite.
L’Istituto agisce di propria iniziativa, o in risposta a proposte di organismi europei o di altre parti, a seconda della situazione e del carattere del conflitto, si legge ancora sul sito dell’istituto, che garantisce una “mobilitazione rapida e flessibile di competenze a sostegno della mediazione e del dialogo svolti da Stati europei, Nazioni Unite o altri attori internazionali”.

Leggi anche