OPINIONI

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Pubblicato il 07/07/2019

LE ONG OPERANO A DANNO E CONTRO GLI ITALIANI

di Corrado Corradi

Sappiano le capitane e i capitani (dalla vocazione bucanieresca) delle Sea-Watch e Mediterranea e delle prossime navi cariche di esseri umani il cui stato di bisogno viene esasperato affiché diventi «merce», che non é Salvini che non vuole quella «merce», ma la stragrande maggioranza del sovrano popolo italiano, quindi evitino di prendersela con il ministro dell’Interno e prendano atto che stanno andando contro la volontà di un popolo sovrano che mi sembra si stia incazzando non poco; non si lascino abbindolare da una farlocca solidarietà di quattro pirla che salgono a bordo delle loro navi… sono solo, lo ribadisco, quattro (o cinque) pirla che non hanno capito che cosi’ facendo non solo vengono meno alla loro deontologia di parlamentari ma dimostrano di non aver capito in che cosa consiste questo tipo di immigrazione che vede congiunti in una sorta di associazione a delinquere profughi farlocchi, trafficanti di esseri umani e ONG dalla identità cosi’ fumosa e dal comportamento cosi’ sospetto che non si puo’ non intravedere una finalità politica o quanto meno ideologica.

La vicenda della Sea-Watch lo ha dimostrato ampiamente :
• Ha raccolto i clandestini (mi rifiuto di chiamarli migranti, migranti erano i miei genitori che hanno preso baracca e burattini e si sono trasferiti in Marocco ove prima di entrare hanno educatamente bussato alla porta di Tangeri, hanno esibito i documenti, hanno chiesto permesso e poi si sono istallati in quel paese rispettando le sue leggi e soprattutto onorando l’onesto lavoro italico)… dicevo, ha raccolto clandestini alla deriva su un gommone tra le coste libche e tunisine (chissà com’erano arrivati fin li e chissà per quale coincidenza sincronica, nell’immensità del mare, si sono imbattuti in una nave);
• Si é inventata di sana pianta che i porti più vicini, quelli tunisini di Zarzis, Gabes, Sfax, Sousse, non sono considerati sicuri (quando invece attraccano in sicurezza le navi di turisti) e ha fatto rotta su lampedusa distante almeno dieci volte tanto;
• Ha incrociato per una quindicina di giorni al largo di Lampedusa (fottendosene se comunque quel periodo di navigazione a zig-zag non fosse il meglio per delle persone che asserivano essere allo stremo) quando, ad un certo punto, sostenuta anche dalla presenza di quei quattro o cinque pirla di cui sopra (mi querelino pure) ritenendo che la pantomima poteva essere sufficiente ad ammorbidire la pubblica opinione, ha deciso di forzare il blocco;
• Ha forzato il blocco sostenendo, in compartecipazione con quei 4 o 5 pirla, che l’emergenza umanitaria fa premio sulle leggi dello stato;
• Sorvolo sull’incidente con la motovedetta della Guardia di Finanza sperando che quel Corpo dello Stato sappia far valere i suoi diritti, specie quelli dei suoi uomini, che sono anche i nostri, denunciando capitana e armatore… il problema sarà poi nelle mani della magistratura la quale recentemente non ha dato buona prova di sé quanto a indipendenza ideologica.

Come si fa a non capire che quella nave é stata la «testuggine» (che nome nobile per una masnada di bucanieri da strapazzo) che ha sfondato, grazie anche a quei 4 o 5 strapirla di cui sopra, non solo la porta «Scea» d’ingresso nel nostro territorio, ma soprattutto la sovranità di uno stato e di un popolo…

Mi rivolgo a quella farlocca combriccola di parlamentari che ha tenuto il bordone alla Sea-Watch… moralità e deontologia (sempre se ve ne rimane un’ombra) vogliono che smettiate di cantare l’inno d’italia perché noi non vi vogliamo stretti «a coorte».

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