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Pubblicato il 23/03/2015

LE SAS RACCONTATE DA UNO DI LORO

letto e consigliato da Luca Fanetti

“Un bel libro, spettacolare e crudo”

PER ORDINARLO

Durante la Seconda Guerra Mondiale, il fondatore del SAS David Stirling sottopose al Feldmaresciallo Montgomery un audace piano per cui un singolo squadrone SAS che fosse penetrato per miglia dietro le pesantemente fortificate linee nemiche, potesse attaccare la strada costiera Tripoli-Tobruk lungo un fronte di 400 miglia. Montgomery si bloccò per un attimo, poi si rivolse ai suoi ufficiali di stato maggiore e disse: «Signori, il ragazzo Stirling è matto. Molto, molto matto. Ma la guerra è il posto giusto per i matti».

“Niente pubblicità, niente media. Ci muoviamo in silenzio, facciamo il nostro lavoro, e scompariamo. Se avrete l’energia, la forza di volontà e il fegato necessari, noi vi accoglieremo a braccia aperte e vi faremo diventare uno di noi. E se non li avrete, beh, allora piacere di avervi conosciuto.”

Diciotto anni nel SAS hanno visto Pete Winner, nome in codice Soldato “I”, sopravvivere alla selvaggia battaglia di Mirbat, paracadutarsi nelle gelide profondità dell’Atlantico Meridionale al culmine della Guerra delle Falklands, ed assaltare l’Ambasciata Iraniana durante la più famosa liberazione di ostaggi della storia moderna. Per la prima volta Pete rivela i particolari del suo lavoro nella sicurezza svoltosi in tutto il mondo, dalle strade senza legge di Mosca fino alla scorta di convogli umanitari nella Bosnia sconvolta dalla guerra. Pete racconta anche i problemi del Disturbo da Stress Post-Traumatico che molti veterani delle Forze Speciali hanno dovuto affrontare, e di come lui abbia combattuto i propri demoni personali durante gli alti e bassi della sua carriera professionale. Questa è la sua storia, scritta in maniera impietosa, che lascia senza fiato, e che riesce a far rivivere istantaneamente al lettore le sfide mortali raccontate in ogni episodio.

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