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Pubblicato il 17/08/2015

LEONESSA-RIETI: STRADA INTITOLATA AD UNA VITTIMA DEI PARTIGIANI

LEONESSA – Questa mattina l’amministrazione comunale di Leonessa ha riabilitato pubblicamente ed ufficialmente la giovane mamma di Capodacqua – Assunta Vannozzi – uccisa da un gruppo di partigiani.Lo ha fatto dedicandole quella via sulla quale la giovane venne ingiustamente e barbaramente trucidata.

Hanno partecipato alla solenne manifestazione la popolazione del luogo, le più alte cariche del Comune di Leonessa e le delegazioni ufficiali del Comitato pro 70esimo anniversario della Rsi in provincia di Rieti, dell’Ordine dell’Aquila Romana e dell’Associazione nazionale arditi d’Italia.

LA STORIA

16 marzo 1944: un gruppo di partigiani, i volti coperti da passamontagna e fazzoletti, irrompono in casa Vannozzi, nella frazione di Leonessa chiamata Capodacqua. Assunta ha 29 anni, è una giovane mamma ed è a letto malata.
La accusano di essere una “spia”, le strappano dalle braccia il figlio Luigino, che ha solo due anni, la trascinano in strada, uno di loro le scarica addosso il caricatore di una pistola per poi darle il colpo di grazia alla nuca. Rientrati nell’abitazione, razziano tutto ciò che trovano: corredo di nozze, gioielli, piccoli valori. Assunta Vannozzi, però, è innocente. È solo una giovane mamma che con la sua vita paga il prezzo di un odio senza confini. Ancora oggi l’Anpi parla di lei come di una “prostituta”.

Negli anni che seguono la fine della guerra vengono accusati dell’omicidio tre partigiani, uno di essi, individuato come l’esecutore materiale, afferma di aver agito su ordine della Brigata Gramsci. Ma la “giustizia” classifica l’orrore perpetrato ai danni di Assunta Vannozzi come “legittimo atto di guerra”, dunque i tre vengono rimessi in libertà, anche se la Magistratura accerta anche l’innocenza di Assunta, considerando il suo assassinio come un “errore di valutazione”.

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