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Pubblicato il 17/09/2020

LIBIA- LA PATRIA BLU E’ TURCA- IN LIBIA SVENTOLA BANDIERA BIANCA ( ITALIANA)

Il Sultano atlantico non rispetta i patti e non tiene in nessun conto il diritto internazionale, dando luogo all’espansione nel Mediterraneo, dall’Egeo a Sirte, in Mar Rosso (Somalia) e nel Golfo (Qatar). I turchi la chiamano ufficialmente Mavi Vatan, la “Patria Blu”. L’Italia all’angolo.


Il governo libico di Al Sarraj, come sappiamo ha concesso per 99 anni alla Turchia il porto di Misurata: un approdo strategico, dove è stato sfrattato l’ ospedale militare da campo italiano. Sempre ai turchi è stata assegnata la base aerea di Al Watiya dove Erdogan ha spostato ben 50 caccia da combattimento. Il Qatar ha presieduto alla firma. Ora la Libia occidentale, quella con la maggiore presenza economica ed energetica italiana, è nelle mani dei militari turchi e in quelle finanziarie di Doha. Alla faccia dell’Italia, nemmeno interpellata, a cui Erdogan forse “concederà” di cercare gas nel Mediterraneo orientale ( ENI), nel posto dove due anni fa una imbarcazione militare italiana fu cacciata minacciosamente dalla marina turca. Nemmeno questa concessione, però, è sicura, vista la umoralità del leader turco.
Le navi da guerra turche , intanto, scortano quelle per l’esplorazione delle risorse energetiche nell’Egeo, da Cipro fino a Kastellorizo, in acque greche, provocando la marina di Atene in cui soccorso si è mossa solo quella francese , aiutata dai droni di Israele, mentre l’Egitto che dà segni di nervosismo, ha siglato un accordo di protezione commerciale con la Grecia, come ammonimento e contrappeso al pericoloso atteggiamento espansionistico turco.

Serraj è quindi ostaggio dei turchi, ivveresibilmente. Per ora all’Italia restano gli interessi dell’Eni, il gasdotto Greenstream con la Sicilia e il capitolo dei profughi che gestiamo con la Turchia, la quale, in gennaio, ha destabilizzato la Grecia inondandola di profughi e schierando le forze speciali ai confini.
Un avvertimento all’europa.
A noi il compito di crocerossine del mare e quello di smontare i lager dei rifugiati in Libia portandoli in Italia, facilitando con le nuove leggi in arrico, l’azione corsara delle ONG.

aw

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