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Pubblicato il 18/08/2015

LIBIA: LE FORZE ARMATE ITALIANE SONO PRONTE IN ATTESA DEL VIA LIBERA DEL GOVERNO

PARMA- Dallo scorso gennaio gli stati maggiori militari e il Coi (Comando Operativo di vertice Interforze)hanno iniziate a valutare diverse ipotesi di intervento in vista di una possibile operazione internazionale in Libia sotto l’egida delle Nazioni Unite.
Non si può definire nel dettaglio l’apporto italiano prima di un eventuale mandato delle Nazioni Unite, ma un ruolo importante l’avranno le basi aeree italiane nel Sud Italia, cui si protrebbero aggiungere i velivoli senza pilota ‘Uav’ dell’Aeronautica militare,di stanza ad Amendola (Foggia). Ce ne sarebbero pronti decina.

La guida dell’operazione verrà quasi certamente affidata all’Italia, che metterebbe in campo la Portaerei Cavour, con il ruolo di nave-bandiera e sede del comando multinazionale. Nessun militare italiano metterà piede in Libia senza una preventiva opera di ricognizione e informativa dell’intelligence italiana,che da qualche mese ha rafforzato il monitoraggio attivando tutte le fonti attive sul posto.

E’ certo l’impiego in prima ondata delle forze speciali (il 9° Reggimento d’assalto paracadutisti incursori Col Moschin dell’Esercito, gli incursori di Marina del Comsubin). Il numero di uomini dipenderà dal mandato dell’Onu e dal tipo di missione richiesta. Le pianificazioni procedono anche in questi giorni sebbene l’avvio concreto di una missione a guida italiana non sembri imminente. L’obiettivo è quello di farsi trovare pronti quando ci sarà il via libera delle Nazioni Unite.
E gli altri Paesi che contributo darebbero? Quando invasero l’Iraq, gli americani si muovevano con un contingente di circa 250 mila soldati. Per pacificare il piccolo Kosovo, il generale Marco Del Vecchio poteva contare su una forza di 50 mila uomini. Andare in Libia, dice ora Del Vecchio, «richiede un apporto umano imponente». Gli esperti calcolano che per un’operazione di terra servono almeno 200 mila uomini. Ma prima di un eventuale intervento di terra si pensa sia necessario mettere in campo agenti segreti in grado di disegnare una mappa completa e precisa della situazione. Un ruolo importante nella fase iniziale sarebbe svolto dai droni:

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