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Pubblicato il 04/03/2016

LIBIA: SI SCALDANO I MOTORI

PARMA- Le nostre fonti ci informano che la struttura tecnica che sarà utilizzata per il comando e controllo della missione in Libia è la moderna infrastruttura mobile della divisione Acqui ( foto sopra: una parte delle attrezzature, ndr). È un quartiere generale creato per gestire operazioni internazionali, composto da shelter modulari che possono essere trasportati ovunque con i C-130j. La scorsa settimana nella riunione al Quirinale del Consiglio supremo di Difesa — formato dal capo dello Stato, dai ministri chiave del governo e dai vertici delle forze armate — si è deciso di avviare la “predisposizione” del contingente. Per questo nell’aeroporto di Centocelle si è cominciato ad assemblare il comando operativo della missione. La posizione non è casuale: nella base romana, sede del COI e del COFS ci sono i “bunker” che coordinano tutte le nostre operazioni, dall’Afghanistan al Kurdistan al Kosovo. Si dovrà successivamente decidere se la Acqui gestirà l’intervento in Libia direttamente dalla capitale oppure se le condizioni di sicurezza ne permetteranno il trasferimento in terra libica.
Oltre agli italiani, utilizzeranno il comando mobile anche militari di altri paesi. Alcuni partecipano attivamente ai piani, come gli inglesi. Altri stanno definendo contributi e regole di impiego, come i tedeschi e gli spagnoli. Nazioni minori hanno offerto piccoli reparti specializzati. Saranno tutti europei. Gli americani contribuiranno attraverso un coordinamento con il loro dispositivo nel Mediterraneo e con AFRICACOM di Vicenza. Potranno impiegare navi, aerei e forze speciali . Sigonella è l’aereoporto-chiave , dove sono schierati da mesi i Predator statunitensi e quelli italiani.
Il contingente terrestre conterà su una portaelicotteri tipo San Giorgio, che trasporterà un battaglione del San Marco con i blindati anfibi, come forza di riserva. La logistica sarà garantita da una nave di rifornimenti e alcune unità di scorta. La copertura aerea invece partirà dall’aeroporto di Trapani, con i cacciabombardieri Amx: i suoi i piloti hanno a lungo operato in Afganistan. Un tassello importante è la base di Pantelleria, che dispone di hangar sotterranei:sarà scalo tecnico per il ponte aereo di elicotteri e cargo.

OPERAZIONE A LUNGO TERMINE PER IL SUPPORTO AL GOVERNO LIBICO OPPURE SOLO “COMBAT” ANTI ISIS?
Ci segnala un esperto militare che, se l’interlocutore sarà il governo libico di emergenza, l’operazione potrebbe impiegare a lungo termine almeno 5mila soldati per contribuire alla sicurezza delle infrastrutture e addestrare l’esercito nazionale. Se , al comtrario, si dovrà solo combattere l’ISIS, è prevedibile che l’assetto del contingente sarà meno impegnativo ma più aggressivo: 3mila uomini con un nucleo d’assalto di circa 200 incursori per metà italiani e uno squadrone di A129 Mangusta. La base avanzata rimarrebbe in Tunisia. Gli inglesi hanno già presente in quel paese un’aliquota della Quarta Brigata, i “deset rats”; i tedeschi sono in grado di trasferire una brigata, la prima in Africa dai tempi di Rommel. La storia si ripete.

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IL RITORNO DEL COL MOSCHIN IN LIBIA

Un primo nucleo di incursori della componente operativa dovrebbe fare rotta sulla Libia nelle prossime ore. Anche nel 2011 il IX reggimento d’assalto fu spedito in Libia per inquadrare gruppi di guerriglieri. Era in corso l’operazione contro Gheddafi. Dicono alcuni esperti che furono fondamentali anche per segnalare decine di obiettivi ai raid aerei alleati. Per la Libia sembra essere stato mantenuto l’assetto di distaccamenti operativi di 9 uomini ciascuno.

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